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Gazzetta dello sport: le sei carte di Longo

Con la serie A che riparte al ritmo di una partita ogni tre giorni, ci sarà spazio per le seconde linee e i giovani che potrebbero rivelarsi importanti per ogni squadra.
Monica Tosolini

Con la serie A che riparte al ritmo di una partita ogni tre giorni, ci sarà spazio per le seconde linee e i giovani che potrebbero rivelarsi importanti per ogni squadra. La Gazzetta dello sport guarda oggi in casa del Torino e parla di sei possibili carte da giocare per il tecnico Moreno Longo. 

L’analisi parte dalla difesa, “che è il reparto più «bloccato», nel senso che è la zona del campo dove alcune certezze sono piuttosto nette. E allora chiariamo subito un assunto: il Toro ripartirà con la struttura a tre, nella quale Nkoulou e Izzo saranno i perni. Il terzo uomo invece emergerà dalla sfida tra Lyanco, Bremer e Djidji. Ma, in fin dei conti, sarà soprattutto un derby tutto brasiliano: prima dello stop forzato, il ritardo di condizione di Lyanco (a febbraio era appena uscito da un infortunio) aveva permesso a Bremer di infilare due gare consecutive da titolare. Oggi le gerarchie si sono ribaltate, con Lyanco che è il candidato forte per completare il trio difensivo, Bremer deve rincorrere.

Riscatto Aina

Sul diario di bordo bisogna annotare il nome di Wilfried Singo. E qui siamo scivolati dalla difesa agli esterni: ivoriano, è al Toro dal gennaio 2019, ha fatto parte della generazione dei gioiellini classe 1999-2000 messi insieme da Massimo Bava che hanno reso vincente la Primavera fino alla scorsa stagione. Ha una potenza fisica fuori dal comune, deve crescere tatticamente ma ha una velocità che in progressione fa di lui uno davvero difficile da fermare sulla fascia destra. Dall’inizio dell’anno è aggregato alla prima squadra, anche se non ha ancora esordito in Serie A, ha continuato ad allenarsi al ritmo-gara in Primavera: l’impressione è che presto arriverà il suo momento, considerando che sulle fasce il Toro ha i trentenni Ansaldi e De Silvestri, che difficilmente potranno reggere lo sforzo continuo di una gara ogni tre giorni in estate. Le stesse opportunità in più si presenteranno per Aina, che quest’anno non ha mai brillato. Ha bisogno di rilanciarsi.

Torinese doc

Soualiho Meité non ha bisogno di presentazioni: dopo una prima stagione al Toro strepitoso, quest’anno è stato una delle grandi delusioni fino al punto di perdere il posto da titolare. La ripartenza per lui dovrà essere un nuovo inizio: lo deve alle sue potenzialità, ne ha bisogno il Toro. Qualità e tecnica ci sono, ora serve tirarle fuori. E magari tornare a fare qualche gol: non segna dal 16 settembre 2018. A chiudere il cerchio ci sono altri due talenti della generazione Duemila venuta su dal vivaio e svezzati da Bava: la mezzala destra francese Michel Adopo e l’attaccante esterno (o seconda punta), torinese doc, Vincenzo Millico. Tecnicamente sono tra i giocatori classe 2000 più forti visti nel Primavera. Da anni di Adopo si dice che sia un predestinato, per fisicità e caratteristiche tanti intravedono in lui il nuovo Pogba; Millico è un diamante puro, col gol nel sangue. Ancora un po’ e per tutti potrà arrivare la grande occasione”.

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