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Gazzetta dello sport: Blessin e gli occhi di tigre

Il Genoa sta imparando a conoscere il nuovo allenatore che non ha avuto alcuni timore ad accettare una missione difficilissima, quella di salvare il Genoa.
Monica Tosolini

Il Genoa sta imparando a conoscere il nuovo allenatore che non ha avuto alcuni timore ad accettare una missione difficilissima, quella di salvare il Genoa. In meno di due giorni, Blessin è riuscito a coinvolgere tutti con la sua personalità e il suo pensiero. La Gazzetta dello sport parla così di lui: “Occhi di tigre: i genoani hanno battezzato così Alexander Blessin, che nel suo secondo giorno di lavoro ha proseguito nell’opera di conquista calcistica del quartier generale rossoblù a Pegli. Moto perpetuo: e, soprattutto – questo è il dato che più ha sorpreso – nessun timore per il debutto odierno al Ferraris contro l’Udinese, alla ricerca di una vittoria in casa che al Genoa manca dal campionato scorso. Dodici gare interne senza successi (ma sono diciannove le partite in campionato senza i tre punti), vale a dire la peggior striscia interna di sempre nella storia del Grifone. Numeri che farebbero impallidire chiunque, ma non l’allievo di Rangnick. Fatale che, superato lo stupore per l’esonero di Shevchenko, l’interregno di Konko e il rifiuto di Labbadia (decisamente troppe emozioni, anche per i cuori genoani), un allenatore fuori target come Blessin abbia portato con sé il desiderio di conoscerlo meglio e di vedere come potrà cambiare il suo Genoa.

Innovazione

Un Grifone figlio dei numeri, innanzitutto, di video analisi e algoritmi, ma anche della passione. Il modo in cui Blessin ha coinvolto da giovedì scorso la squadra per iniziare a trasmettere le sue idee è stato definito quantomeno “coinvolgente” da chi l’ha visto all’opera. Non un integralista della tattica – ha alternato almeno tre moduli in questi primi du allenamenti italiani – ma un innamorato del lavoro ad alta intensità, questo sì. E sarà interessante vedere se il tridente che lui ha in testa (dall’inizio o a gara in corso, Blessin vuole vedere all’opera un Genoa a trazione anteriore) potrà fare bene anche in una partita che per il Genoa significa moltissimo. La frase con cui si è presentato, in cui faceva cenno a un gruppo che nulla ha da perdere, non sottintendeva la rinuncia a lottare per conquistare una salvezza ad oggi difficilissima. Semmai, la possibilità di poter giocare a viso aperto contro qualsivoglia avversario, perché non ossessionati dalla classifica. Dare tutto in campo, senza calcoli. Questo lui ha chiesto alla squadra e lo ribadirà oggi prima di una gara da dentro o fuori, mai come stavolta. Se il Genoa dovesse perdere… con tutto quel che ne consegue. Cioé, la A sarebbe sì a quel punto fortemente a rischio. Una corsa a handicap, perché in una squadra che riabbraccia dopo tempo immemorabile Maksimovic fra i convocati (ultima gara giocata, il 2 ottobre scorso a Salerno), restano le assenze pesanti (oltre a Ostigard) del capitano Criscito e, soprattutto, di Rovella, costretto anche stavolta a rimanere a casa dopo lo stop di Firenze”.

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