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Juliano: “Quando andai a Udine, De Paul era ai margini”

Mark Juliano, ex giocatore della Juventus e vice allenatore a Udine con Tudor, ha parlato della sfida di domenica a tuttojuve.com.
Monica Tosolini

Mark Juliano, ex giocatore della Juventus e vice allenatore a Udine con Tudor, ha parlato della sfida di domenica a tuttojuve.com., ricordando anche la sua brevissima esperienza in Friuli.

Udine è stata preda di successi negli ultimi anni, ma c’è il rischio che diventi più che insidiosa come lo scorso anno. A che partita assisteremo domenica sera? “Per la Juve sarà una sfida complicata, l’Udinese ormai ha raggiunto il proprio obiettivo e vorrà far bella figura. Ultimamente non sono arrivate buone prestazione, per questo bisogna ricominciare a marciare al più presto per raggiungere l’obiettivo Champions che è fondamentale in questo periodo di crisi. Anche se non sarà semplice, ci sono tante squadre che non mollano in pochi punti. Bisogna dare una sveglia all’allenatore, ai giocatori, ai dirigenti e a tutto l’ambiente, l’importante è remare nella giusta direzione per affrontare al meglio questo finale di stagione“.

Si era capito fin da subito che sarebbe stata una stagione complicata, ma forse l’eliminazione in Champions ha acuito ai massimi livelli quelli che erano i problemi di questa Juve. Sei d’accordo? E’ diventata così irriconoscibile? “L’eliminazione dalla Champions è stata una batosta per l’ambiente, chiaramente si parte sempre per vincere questa coppa. Sotto la lente d’ingrandimento c’è l’approccio dei primi tempi, che non sono quasi mai all’altezza delle nostre aspettative. La rosa della Juve è ampia per numero di calciatori, ma non per la qualità nei ricambi. Sono state fatte delle scelte che possono essere apprezzate o criticate, ma in questo momento c’è bisogno solo di compattarsi per far bene in modo da conquistare la Champions“.

Quali saranno le maggiori insidie portate da De Paul e i suoi compagni? “Nel momento in cui siamo arrivati ad Udine, De Paul era ai margini della rosa. La nostra fortuna è stata quella di dargli subito fiducia, con Igor lo abbiamo messo in campo e lui ci ha ripagati mostrando tutto il suo talento. Infatti, grazie anche alle sue prestazioni, abbiamo raggiunto la salvezza. L’Udinese è una squadra completa piena di buoni giocatori, non fa grandissime cose ma cerca di essere decisa dietro e dal centrocampo in avanti possiede i giocatori in grado di fare la differenza. Anche loro hanno avuto un periodo non brillantissimo, però stanno cercando di portare a casa il loro obiettivo. La Juve dovrà stare attenta, un pari o una sconfitta potrebbe pregiudicare il raggiungimento del traguardo“.

Ricordando che parliamo del periodo in cui eri vice di Igor Tudor ad Udine, De Paul lo avevate inserito come seconda punta? “No, giocava a centrocampo. E’ un giocatore molto intelligente che può ricoprire tutti i ruoli dalla mediana in su, è bravo a saltare l’uomo senza difficoltà ed è il primo a creare la superiorità numerica sia in attacco e sia in difesa. E’ pronto per una grande squadra, è il prototipo di giocatore che avrebbe avuto bisogno quest’anno la Juventus. Rodrigo è un giocatore di carattere, grinta e tecnica, farebbe bene in bianconero così come negli altri club. Sarebbe molto apprezzato sia come calciatore che come persona“.

Sull’ipotesi Tudor traghettatore nel caso in cui Pirlo dovesse esser esonerato dopo il match di Udine, che idea ti sei fatto? “Se dovesse esser lui il traghettatore, sarebbe da una parte il fallimento di un progetto e dall’altra la Juve sceglierebbe un tecnico altrettanto preparato. Ogni tanto ci sentiamo, ma non entro mai nelle questioni tecniche. Lui è concentrato sul finale di stagione e vuole dare una mano ad Andrea e allo staff. Il suo compito è quello, è consapevole di voler fare il massimo per aiutare la Juve a raggiungere i suoi obiettivi. Igor tiene davvero tanto al club“.

Come era stata la vostra avventura ad Udine? “Non è stata semplice, perché l’Udinese arrivava da 11 sconfitte consecutive e il morale era a terra. I giocatori però avevano voglia di dimostrare quanto valevano, abbiamo fatto un lavoro fisico non indifferente. Poi Igor è stato bravo sotto il punto di vista mentale, recuperando alcuni di quelli che erano stati messi ai margini come De Paul e ha dato fiducia a quelli di esperienza che erano in un momento negativo. Ricordo quel periodo in maniera positiva, la società è ottima e ci sono stati i presupposti per fare un buon lavoro“.

Poi Igor fu richiamato la stagione successiva alla guida dell’Udinese. “Lui sì, al contrario mio perché il lavoro era finito. Non ci confermarono per non si sa quale motivo, poi venne richiamato Igor e decisero di affiancarlo a persone di fiducia. Fu ancora bravo a salvare la squadra, ma poi lo mandarono via all’inizio della stagione successiva. Forse ad Udine avevano le idee confuse“.

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