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Udinese-Ajax 2-1: il ricordo di Zac e Poggi 23 anni dopo

Il 4 novembre, per i tifosi friulani, è dal 1997 il giorno di Udinese-Ajax.
Monica Tosolini

Il 4 novembre, per i tifosi friulani, è dal 1997 il giorno di Udinese-Ajax. Una partita che ha fatto la storia dell’Udinese in una serata magica e indimenticabile soprattutto per chi l’ha vissuta allo stadio ‘Friuli’. Alberto Zaccheroni, l’allenatore bianconero di allora, e Paolino Poggi, schierato titolare tra i bianconeri, hanno rivissuto quel ricordo e relativi aneddoti durante la puntata di lunedì di ‘Bianconero XXL‘ su Telefriuli.

Zaccheroni: “In quella partita abbiamo mostrato la punta del nostro orgoglio. Ricordo addirittura che il capo della scuola tecnica di Coverciano, Franco Ferrari, venne appositamente per vedere come potevamo affrontare una squadra così particolare sul piano tattico e tecnico. Il giorno dopo era entusiasta della nostra prestazione. Noi venivamo dalla gara di andata che ci aveva tolto energie e in cui nel primo tempo non avevamo avuto il coraggio di proporre il nostro gioco. Non è bello da dire, ma ricordo che prima della partita nove dei nostri dovettero andare in bagno per la tensione. Il primo tempo non era andato bene, ma nell’intervallo abbiamo chiarito alcune cose e abbiamo giocato come sapevamo, mettendoli in difficoltà. Il problema nella gara di ritorno è che avevamo pochi ricambi a centrocampo, perchè noi vendemmo Rossitto al Napoli ma non fu sostituito, perchè acquistammo Fernandes che non si integrò. Noi avevamo assolutamente bisogno di fare un cambio a centrocampo e avevamo solo Gargo, che però non era centrocampista infatti nel tempo lo portai a fare il difensore”. 

Poggi: “L’emozione la ricordo bene, era iniziata il giorno prima con l’allenamento all’Amsterdam Arena. E’ stata la prima vera partita contro una grandissima squadra europea, infatti nel primo tempo abbiamo subito quel tipo di emozione e non riuscivamo ad essere quello che potevamo. Però abbiamo chiuso con un solo gol al passivo nel primo tempo: eravamo emozionati, ma non avevamo perso l’organizzazione”.

Zaccheroni: “Non vorrei parlare di tattica, ma noi eravamo abituati a difendere quando loro giocavano la palla in fascia, eravamo abituati ad uscire col terzino e invece in quella partita non avevamo il coraggio quindi andavamo a riciclare un centrocampista. Poi ricordo un rimprovero a Turci perchè su un calcio d’angolo prese la palla e diede la palla a Marcio al limite dell’area nostra. Marcio tentava il dribbling al limite dell’area, non era proprio il caso… Ma a livello di emozione, quando sono andato in campo, prima della partita durante il riscaldamento, e ho visto 40mila bandierine che sventolavano e mi han fatto venire la pelle d’oca. Una emozione che non ho vissuto nemmeno con lo scudetto”.

Poggi: “Riguardando le facce che avevamo quando siamo entrati in campo nella partita in casa, vedi che c’era una fame sui nostri volti che.. non so chi sarebbe potuto passare illeso”.

Zaccheroni: “Mi sarebbe bastato un centrocampista di ruolo in panchina e quello che è successo alla fine, non sarebbe accaduto. Se c’è una partita nella mia vita che vorrei andare a rigiocare è quella di Amsterdam, non mi è mai andata giù. Non eravamo noi. Siamo stati eliminati per due episodi, ma quella partita del 4 novembre .. non c’è stata partita, abbiamo giocato divinamente bene, avremmo meritato di andare avanti. In quel campionato, poi, eravamo come l’Atalanta di oggi”.

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