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Rossitto: “Sottil mi ricorda Capello e Conte”

Udinese in frenata? Se lo chiedono in molti, dopo i risultati delle ultime tre gare in campionato e l'eliminazione in Coppa Italia.
Monica Tosolini

Udinese in frenata? Se lo chiedono in molti, dopo i risultati delle ultime quattro gare in campionato e l’eliminazione in Coppa Italia. Il timore che il giocattolo si sia rotto, l’idea di un ‘ridimensionamento’ improvviso della potenzialità della squadra è il pensiero che sembra serpeggiare nei più pessimisti. Non, però, tra gli addetti ai lavori e in chi crede in Sottil e nella qualità della squadra. E non si tratta di semplici ‘ottimisti’, se è vero, come è vero, che fino a un paio di settimane fa la parola Europa era tornata d’obbligo. Tra i grandi estimatori dell’Udinese, e di Sottil in particolare, c’è Fabio Rossitto, compagno di squadra del mister nella stagione 2002/03 proprio in bianconero: “La vera novità di questa Udinese è proprio Sottil”, attacca l’ex centrocampista. “Ammetto che mi ha sorpreso e adesso dico che è uno dei migliori. Vedo una grandissima carriera per lui perché ha personalità e ha portato mentalità”.

Quella che aveva già da calciatore? “Sì, sapevo che era determinato in campo. Lo ricordo così. Ma per stare dall’altra parte della barricata, in panchina, ci vogliono anche competenza, visione, intelligenza. E’ bravo nella gestione del gruppo, perché sa far sentire tutti i giocatori parte del progetto”.

E’ lui che potrebbe permettere la svolta all’Udinese? “Penso proprio di sì. L’Udinese negli ultimi anni ha sempre stentato. Lui è arrivato, se l’è caricata sulle spalle, ha riportato la voglia di vincere. E grazie anche ad un importante accorgimento tattico: ha alzato il baricentro di 20 metri. E’ questo l’indicatore della mentalità vincente. Per la grande personalità, messa in campo alla prima stagione in A, mi ricorda due grandi: Conte e Capello”.

Può contare anche su un collettivo di qualità. Il migliore degli ultimi? “Questa è la squadra migliore delle ultime per i ricambi a disposizione, ma credo che quella che più di tutte doveva puntare alle Coppe era quella dello scorso anno. A dimostrazione che la differenza la fa l’allenatore. La squadra ha qualità, sta bene fisicamente, ha le idee chiare in campo. In estate sembrava che il gruppo venisse smantellato, invece sono arrivati giocatori forti, vedi Lovric, e Sottil li ha assemblati in poco tempo. I meriti sono tutti dell’allenatore, comunque appoggiato dalla società. E qui voglio fare un plauso a Gino Pozzo, spesso criticato quando le cose vanno male ma a cui non si riconoscono mai i meriti per quando vanno bene. E’ doveroso chiarire l’importanza del Paron con la sua presenza, ma anche la bravura di Gino nel costruire la squadra”.

Non temi il rischio che gli avversari imparino a conoscere e fermare questa Udinese? “Non può succedere, perché il tipo di gioco di Sottil non è così leggibile, può sorprendere sempre. E non è facile fermare tanta aggressività e forza nell’attaccare gli spazi. Credo che la fame di Sottil porterà al sesto o settimo posto finale. La mentalità che ha saputo ricreare, il non porsi limiti: sono fattori che fanno la differenza, come è accaduto nei precedenti cicli vincenti”.

Allora è il caso di blindare subito Sottil, evitando il rischio di un ‘Cioffi-bis’? “Credo che Sottil sappia benissimo che per la sua carriera sia meglio lavorare qui a lungo. L’Udinese è una palestra importante. Qui può dare vita ad un nuovo ciclo vincente”.

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