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Pasqualin: Vorrei che il calcio riaccendesse il motore della vita

Il dibattito sul futuro di questo campionato continua e le incertezze sulle possibilità che riparta piuttosto che si fermi sono all'ordine del giorno.
Monica Tosolini

Il dibattito sul futuro di questo campionato continua e le incertezze sulle possibilità che riparta piuttosto che si fermi sono all’ordine del giorno. Dopo gli interventi di domenica del Premier Conte e del ministro Spadafora regna il pessimismo tra chi si augurava una ripresa della stagione interrotta ad inizio marzo.

Claudio Pasqualin, decano degli agenti, continua a sperare, anche se, a udineseblog, ammette: “La notizia che in Francia hanno deciso di fermare la Ligue 1 e 2 mi rattrista. Penso sia sbagliato. Penso che bisogna sempre provarci”.

Non la pensano così gli esponenti del Governo italiano: “Conte mi ha deluso e Spadafora di più. Sinceramente il ministro dello sport non mi dà nessuna affidabilità. Non ha un curriculum e vedo che continua a prendere tempo, dà un colpo al cerchio e uno alla botte, spera di non avere problemi”.

Il calcio è in una posizione difficile, in questo momento critico per il Paese: “Sì, ma io vorrei che il calcio invece riaccendesse il motore della vita. Credo che la gente prenderebbe coraggio, al di là di quell’ora e mezzo di svago che può dare una partita”.

Il discorso è stato nuovamente rimandato: “Io credo che ci fossero le condizioni per ripartire. Se poi si fosse dovuto interrompere, pazienza, ma almeno potremmo dire di averci provato”.

Non tutti hanno mollato, però: “Vorrei ben vedere. Ci sono tanti interessi in ballo, in primis quelli dei diritti tv. Se si dovesse chiudere qui, nascerebbero contenziosi enormi che giocando si sarebbero evitati. Comunque io sono tra quelli che continua ad essere convinto che si tornerà a giocare anche se, ripeto, la notizia di quanto hanno deciso in Francia mi ha contrariato molto”.

Si saprà come andrà a finire il 25 maggio, questo almeno è sicuro: “Sì, abbiamo una certezza che ci hanno dato gli altri, la Uefa, dall’estero. A decidere per noi sono gli altri”.

Secondo lei, come finirà? “Tira una brutta aria, ma io spero ancora che il campionato venga portato a termine. Ho il terrore che si vada verso una A a 22 squadre. Questa, invece, sarebbe l’occasione per cambiare i format dei campionati: l’ideale sarebbe avere 18 squadre in A, 18 in B e 36 in C. Il massimo che si può assorbire”.

Se si adottasse la soluzione dei campionati secondo il calendario solare, così da poter terminare questo tra settembre e dicembre? “E’ quella che ha proposto Galliani, pensando anche ai Mondiali in Qatar nell’inverno del 2022. Avrebbe un senso”.

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