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Nappi: “Con Gotti, qualche piccolo ritocco e meno sfortuna l’Udinese può puntare di nuovo all’Europa”

Da oltre un anno, il Covid ha bloccato Marco Nappi in Italia.
Monica Tosolini

Da oltre un anno, il Covid ha bloccato Marco Nappi in Italia. L’ex attaccante dell’Udinese stava lavorando nel settore giovanile del Beijing BSU quando è rientrato in Patria per le festività natalizie del 2019 ma non ha più potuto tornare in Cina a causa delle normative anti Covid. E’ stato difficile stare fermo, senza poter allenare e ora la fame di campo è tantissima. Nel frattempo, ha potuto però seguire le sue squadre del cuore in Italia. Tra queste l’Udinese. A udineseblog.it ha raccontato:
“L’Udinese ha fatto un campionato tranquillo, senza quasi mai avere la preoccupazione della retrocessione. Bravo Gotti a tenere la squadra compatta: in un contesto anche calcisticamente difficile come quello dovuto al Covid, è riuscito a fare le cose giuste per tenere la squadra in serie A”.

Si capisce che sei un estimatore di Gotti: “Non lo conosco personalmente, vedo solo quanto fa professionalmente. Mi sembra che abbia saputo gestire bene la situazione, nonostante i numerosi infortuni e tutti gli imprevisti che una stagione porta con sè. Avrebbe potuto trovarsi in una situazione critica: se cominci a perdere, non ti fermi più”.

Eppure Paron Pozzo alla fine chiedeva il decimo posto: “E’ normale che un presidente voglia i risultati, è un aspetto comune. Ma bisogna capire che non è facile. Secondo me Gotti ha fatto un buon lavoro: visto l’andamento di questa stagione, con tutti gli imprevisti che si è trovato ad affrontare, non gli si poteva chiedere di più di una ‘tranquilla’ salvezza”.

Eppure è messo in discussione, soprattutto nel canale ufficiale della società: “Mi risulta difficile da capire questa cosa. Mi sembra evidente che abbia fatto un buon lavoro. Perchè non continuare con lui? Resto perplesso nel vedere che per le panchine di A girino nomi che hanno fallito in altre realtà della massima categoria. Dopo un anno del genere, pure senza pubblico a dare la spinta, si discute un allenatore che fa il suo, che porta a termine senza indugi la missione che gli è stata affidata inizialmente? E’ evidente che non sia un urlatore in campo, ma non mi sembra corretto che questo sia uno dei criteri principali nella valutazione dell’allenatore. La scelta per il futuro della panchina bianconera va fatta in serenità”.

Un problema non da poco, per lui,è stata la sterilità del reparto offensivo: “Ammetto che a me piacciono molto sia Lasagna e Okaka, due che garantiscono la profondità. Evidentemente hanno avuto una annata storta, può capitare. Ma non è certo colpa di Gotti. Come non è colpa del mister se ha perso per infortunio Pussetto e Deulofeu. Sarebbe bastato poter contare tutta la stagione almeno su uno dei due per avere risultati migliori. Poi, è vero che gli è stata data una rosa di livello, ma lui non l’ha mai avuta al completo. Ripeto: secondo me Gotti ha fatto il suo e merita la conferma”.

Intanto si profila una rivoluzione, se non altro per la cessione di De Paul che costringerà a rivedere parecchie cose: “De Paul ha dimostrato tutto il suo valore e merita la grande squadra. Vale 40 milioni e se nessuno è disposto ad investirli su di lui, spero che Pozzo lo tenga ancora e programmi una squadra più ambiziosa attorno al suo capitano. In fondo, l’Udinese ha già fatto bene, si è già concessa l’Europa. Ci hanno pensato Sassuolo, Verona: non sono mica superiori ai bianconeri. Perchè l’Udinese non ci dovrebbe tornare? La proprietà è la stessa, lo stadio è fantastico, i tifosi anche. Con Gotti e qualche ritocco, oltre ad una dose inferiore di sfortuna, credo che l’Udinese debba accantonare l’obiettivo salvezza e tornare ad alzare l’asticella”.

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