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Massimo Zilli, un friulano a Cosenza: “Voglio fare bene lì. Udinese? Se busseranno ancora, si vedrà”

Se il Cosenza può giocare un altro anno in serie B lo deve anche al 20enne attaccante friulano Massimo Zilli.
Monica Tosolini

Se il Cosenza può giocare un altro anno in serie B lo deve anche al 20enne attaccante friulano Massimo Zilli. La sua rete che ha dato la vittoria ai calabresi contro il Cittadella ha permesso alla squadra rossoblu di approdare ai play out vinti poi con il Vicenza. Una bella storia, la sua, iniziata a Cussignacco, dove mister Luigi Lanzilli (con lui nella prima foto) è stato suo mentore; proseguita a Pordenone, quindi nelle giovanili della Lazio, dove è approdato a 15 anni e arrivata all’esordio tra i professionisti in serie B grazie al Cosenza e a mister Bisoli. La storia narra che a 15 anni, quando la Lazio lo ha portato nella capitale, per Zilli si fosse mossa anche l’Udinese, alla quale il ragazzo ha detto ‘no’ preferendo un percorso di crescita lontano da casa.

Lui, a Telefriuli/udineseblog si racconta così: “I primi anni di calcio li ho fatti a Cussignacco dove ho incontrato uno degli allenatori più importanti della mia vita calcistica, Luigi Lanzilli, che mi ha dato tutte le nozioni più importanti per un attaccante, mi ha fatto piacere il ruolo di attaccante. Dopo un paio di amichevoli mi sono trasferito a Pordenone, dove il livello calcistico è aumentato. Quindi sono andato alla Lazio dopo tre anni. Lì altri tre anni in Primavera 1 e poi a Cosenza”.

Una scelta non facile: “Una scelta complicata passare da Roma alla Calabria, ma condivisa dalla mia famiglia, che sa che un calciatore si deve spostare. All’inizio ero un po’ titubante, ma ripensandoci è stata la scelta migliore che potessi fare e adesso sono felice di aver intrapreso questa strada. Adesso comincia il bello. Voglio continuare a fare bene, ancora meglio. Sarà la prima stagione per me in prima squadra in serie B: sono pronto a dare il massimo, come sempre”.

Che tipo di giocatore sei? “Io sono un attaccante che gioca molto sul fisico, di spalle, controllo la palla e faccio salire la squadra: con 1 metro e 95 questo posso fare, non posso correre come magari i più piccoli. E cerco di dare il mio contributo sia in fase difensiva che offensiva”.

Velocità a parte, una sorta di Beto? “Diciamo di sì”.

Chi sono i tuoi modelli tra gli attaccanti? “Mi ispiro a Luca Toni, Edin Dzeko, sono i miei riferimenti. Il massimo per me è Ibrahimovic, lui è di un altro pianeta”.

La Lazio, quando avevi 15 anni, ha anticipato l’Udinese. E’ vero che hai ricevuto la chiamata dalla società friulana? “C’è stata una offerta di passare al settore giovanile dell’Udinese ma ho preferito da subito andare a Roma, mi piaceva l’idea di spostarmi là, in una squadra blasonata, con tutto il rispetto per l’Udinese. Una squadra che mi dava anche più sicurezza”.

E se l’Udinese dovesse bussare di nuovo? “Adesso penso al Cosenza, al futuro nel Cosenza, poi si vedrà”.

Quali sono gli obiettivi professionali che ti sei posto? “I miei sogni sono arrivare più in alto possibile, giocare le partite più importanti possibili. Intanto penso però a fare bene a Cosenza, salvarmi ancora con loro e poi fare ancora meglio”.

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