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Gerolin: “Bisognerebbe obbligare a far giocare sei italiani in ogni squadra italiana”

Manuel Gerolin ha vissuto i tempi d'oro della Primavera dell'Udinese
Monica Tosolini

Manuel Gerolin ha vissuto i tempi d’oro della Primavera dell’Udinese, ha poi giocato con campioni come Zico e Causio all’Udinese e nella società friulana è tornato poi vestendo i panni del Capo degli Osservatori prima e del Ds poi. Una vita nel calcio, la sua. Oggi, in attesa di nuovi incarichi ufficiali, continua ad osservare da vicino il mondo del pallone e, a Telefriuli, spiega la sua visione del calcio moderno e della situazione attuale dell’Udinese.

La partenza è riservata al flop della Nazionale: “Non mi aspettavo questa eliminazione dell’Italia, una squadra quotata e molto forte anche perchè Mancini fino a pochi mesi fa ci aveva abituato ad un calcio stupendo con vittorie e un gioco molto importante. Questa eliminazione credo non se l’aspettasse nessuno. Difficile trovare le cause: credo che però siano solamente la mancanza di gol che abbiamo fatto e non dovevamo nemmeno arrivare a giocarci la qualificazione contro la Macedonia”.

Si è parlato del problema dei vivai e dei troppi stranieri. temi collegati e che ben conosci. In casa Udinese è forte l’esterofilia. Anche adesso: “L’Udinese è sempre la stessa, valorizza giocatori che va a trovare in giro per il mondo. Ma lo fa per far quadrare i bilanci. Sarebbe più facile per la stessa Udinese prendere tutti gli italiani, ma sappiamo che un giocatore di serie C costa tanto, ha un ingaggio alto e poi diventa un problema. Il cercare all’estero è cercare altre vie per cercare di avere dei bilanci un po’ più sani. Secondo me, per migliorare le cose, si potrebbe avere un obbligo di titolarità su sei o sette italiani, ma lasciare libero il mercato, poter andare alla ricerca di giocatori. Mettere dei paletti sui limiti di giocatori da schierare, avere un numero fisso di italiani e poi libera scelta per altre situazioni”.

I vivai: sempre meno i prodotti dei settori giovanili? “Costa molto puntare sui nostri, ma mettendo un obbligo di italiani si costringono le società a curare anche l’orticello di casa. Così i vivai prenderebbero il sopravvento sulla ricerca internazionale”.

L’Udinese oggi: in quale ottica è stata costruita? “Quando l’Udinese fa delle scelte, guarda principalmente al futuro. Ha operato molto bene anche quest’anno. Ci sono giovani di grande prospettiva, la squadra è assemblata bene con giocatori di esperienza attorniati da giovani pescati con grande abilità. Quest’anno, a parte qualche partita, è sempre un progetto a cui aspirare per far bene. Ha i conti in regola, è in A da 27 anni, con un bacino di una città di 90 mila abitanti. Più di così i Pozzo non possono fare”.

La sinergia Udinese-Watford come cambia il lavoro degli scout? “E’ un aiuto condividere delle idee. Il Watford cercava giocatori predisposti al campionato britannico, con precise caratteristiche. Lo scout cerca giocatori per entrambe le squadre e poi può spostarli. Un parco giocatori ampio permette di fare bene in entrambe le squadre”.

Futuro e mercato. Deulofeu, Molina e poi, chi sono gli altri possibili protagonisti? “Udogie sta facendo molto bene come Soppy, Samardzic, Benkovic. Nonostante si sia viaggiato poco negli ultimi tre anni, sono riusciti a trovare ottimi giovani. I giocatori costano molto e già a 19 anni hanno ingaggi alti che sbilanciano la parte economica. L’udinese li prende fuori per avere un ingaggio sostenibile negli anni. Adesso è più difficile, il giocatore forte lo vedono in tanti”.

Sono cambiate le strategie di ricerca dei giocatori? “Assolutamente no. Le strategie sono sempre quelle di viaggiare. Ma è diventato difficile anticipare i grandi club. Ci sono i procuratori, tanti si portano a fine contratto per andare via a parametro zero e avere poi un ingaggio molto più alto e questo frena le idee dell’Udinese che ha sempre avuto la forza di avere una sua linea, senza mai piegarsi a niente”.

Ultimamente l’Udinese prende molti parametro zero. Come mai? “Perchè ce ne sono tanti, ci sono tanti procuratori. E’ diventata quasi una moda portare via il giocatore a parametro zero così ci sono più soldi per il giocatore e il procuratore. Ma l’Udinese anche su questo è attenta: prende giocatori a parametro ma non si svena, non fa un ingaggio troppo ricco al giocatore che potrebbe ‘sedersi’. Chi lo capisce, capisce che l’Udinese potrebbe essere un trampolino di lancio per andare in altre squadre con condizioni diverse”.

Capitolo allenatore: Cioffi? “Sta facendo bene, sta dimostrando una grande personalità. Si è calato bene nella realtà udinese, e l’Udinese ha capito che poteva avere qualcosa di importante anche come allenatore. Mi sembra che sia gradito anche allo spogliatoio. Credo che il prossimo anno potrà gestire ancora meglio le situazioni e iniziando dal ritiro potrà dare ancora di più”.

Che mercato farà l’Udinese? Potrebbero arrivare altri giocatori dal Watford? “Sarà sempre un mercato equilibrato, con testa, muovendo tre o quattro pedine e rimettendo dei cambi all’altezza, come hanno sempre fatto. Se il Watford non si salva, ci potranno essere nuovi arrivi, con determinate caratteristiche come successo in passato. I casi più eclatanti sono stati Deulofeu e Pereyra, giocatori che stanno crescendo quelli che hanno a fianco”.

Udinese salva sicuramente? “Salvezza non in discussione, le altre dietro sono molto lente. 30 punti non sono tantissimi, ma l’Udinese verrà fuori e potrà togliersi grandi soddisfazioni e magari raggiungere quel decimo posto che è ancora possibile”.

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