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Marino:”Siamo stati costretti a mandare in campo giocatori ancora in quarantena”

Il dt Pierpaolo Marino in conferenza stampa
Monica Tosolini

Il direttore tecnico dell’Udinese Pierpaolo Marino è intervenuto in conferenza stampa dopo la sconfitta contro l’Atalanta. Queste le dure parole del dirigente bianconero:”La mia presenza in conferenza stampa è dovuta al fatto che oggi è stata mandata al martirio una squadra rischiando l’integrità fisica di giocatori che erano a casa in quarantena, non facciamo allenamenti da cinque giorni, stamattina sono stati radunati alle 9 del mattino in albergo, Beto si era già negativizzato ma qualcuno è andato in campo pur essendo guarito da un giorno. Questo non è calcio, così si e svilita la storia dell’Udinese, sono stati mandati al martirio giocatori che non lo meritavano. Questo accanimento su alcune persone, costringendole a giocare lo stesso non tenendo conto della situazione dell’Udinese, dicendoci che dovevamo randunarci all’improvviso per giocare, questo non ha nulla di professionistico e non serve alla regolarità del campionato. Siamo stati costretti a mandare in campo giocatori esponendoli a guai muscolari, ad infortuni che potevano essere traumatici. Cosa devo commentare se non la rabbia di una società mandata al martirio. Noi ci eravamo dichiarati disponibili a tutto, ma non si fa ricorso al Tar alla vigliia costringendoci a portare in campo giocatori ancora in quarantena. Noi ieri fino alle 18 siamo stati in bilico non sapendo se si giocava o no, stamattina abbiamo telefonato ai giocatori che sono venuti in albergo dopo cinque giorni che non si allenavano, costretti ad andare in campo, sono stati eroici a tenere aperta la partita. Tutto questo è assurdo, non è educativo per i giocatori, io devo tutelarli perchè mi potrebbero dire ‘ma come? Non ci difendete? Ci avete mandato in campo a correre dei pericoli’, e così non si difende la storia di un club glorioso come l’Udinese, che ha fatto le coppe e poi dobbiamo pensare anche ai tifosi che non sono venuti. Non frequento la Lega da tanti anni, l’ho frequentata e ho visto tanti errori, ma quello che ho vissuto nelle ultime 24 ore significa avere toccato il fondo”. 

“Sono usciti dal campo come giocatori eroici ma martiri e noi abbiamo subito un omicidio dell’Udinese, della società e della squadra. Siamo stati costretti a fare come al torneo dei bar, radunando la squadra senza tutele fisiche e legate al virus, siamo stati costretti a mandare in campo giocatori che erano ancora in quarantena. Questa è una cosa abominevole perchè il Tar di Trieste ha revocato in parte la decisione dell’Asl, la Lega ci ha detto di mandare in campo giocatori in quarantena e Pereya che sta recuperando dal’infortunio alla spalla, per fare il numero sufficiente per giocare, perchè nel nuovo regolamento non sono considerati inidonei i giocatori infortunati ma solo i positivi, roba che non ho mai visto, non ha logica, devo ribellarmi per questa ingiustizia contro l’Udinese, non possiamo svilire il calcio in questo modo. Qui non sono stati fatti nè gli interessi della Lega, nè dei broadcaster e nè delle società, ringrazieremo per sempre i tifosi che sono venuti, sono stati eccezionali. Io mi aspetto che non succedano più cose abominevoli come questa, costringere una squadra a giocare con giocatori senza salute fisica, abbiamo giocato con 6 positivi l’anno scorso, ma quest’anno noi dirigenti abbiamo dovuto fare i dribbling negli spogliaitoi per non ammalarci, questo crea disonore ad una società gloriosa come l’Udinese. Sono talmente arrabbiato per questa cosa abominevole che non voglio commentare ulteriormente. Porto la rabbia della società, del Paron Pozzo per avere costretto l’Udinese a questa giornata ignobile di martirio”. 

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