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Gotti: Da domani discuterò con l’Udinese come andare avanti insieme

Mister Gotti in conferenza stampa al termine di Sassuolo-Udinese 0-1
Monica Tosolini

Mister Gotti in conferenza stampa al termine di Sassuolo-Udinese 0-1: “Mi dà particolare soddisfazione questa vittoria che arriva al netto delle esigenze di classifica quindi è cercata per avere una classifica più coerente con quello che la squadra ha espresso durante il campionato. Quindi dà soddisfazione che si cerchi anche in questa 38° giornata di portare a casa la vittoria, in un campo e contro una squadra che ha messo in difficoltà tutti. Non solo solidità e ripartenza: non è stato questo il nostro modo di gioco durante il campionato. Noi abbiamo avuto la capacità di fare un nostro tipo di gestione della palla, che non va alla ricerca del possesso fine a se stesso. Le caratteristiche di alcuni giocatori che abbiamo fanno in modo che il baricentro della squadra sia spesso fatto in questo modo, ma le partite non sono tutte uguali e gli avversari non sono tutti uguali. Pensano che siamo una squadra solo di contropiede e questo ci agevola nella gestione delle partite”.

Cosa crede di aver dato all’Udinese? “Ho cercato gradualmente di mettere le mie idee, non portare un monolite precotto e metterlo nello spogliatoio, ho cercato di individuare le prime cose da mettere a posto, da sistemare, a dare degli equilibri un po’ diversi. Questa cosa è stata sempre più condivisa”.

Come vede il suo futuro? Il Watford le interesserebbe? “Non abbiamo mai parlato del Watford, quindi presumo che non ci sia questa ipotesi. Invece abbiamo parlato della possibilità di proseguire insieme con l’Udinese. Io sono onorato del fatto che il club pensi di proseguire insieme a me e a mia volta ho dato la piena disponibilità a questa cosa molto bella. Da domani inizieremo a discutere il come pensare di andare avanti insieme”.

Ha timore di perdere pezzi importanti? “Un po’ la strategia aziendale, un po’ la fisiologia di alcuni giocatori qui da anni porta a pensare questa cosa. Ma non ho paura: ho alle spalle un club che sa fare calcio, che è in A da tanti anni, non a caso. Quindi comprendere le dinamiche in atto”.

Da vice, come si è sentito poi allenatore? E’ più facile da vice? “Sono due ruoli diversi. Hai meno responsabilità da vice, ma lo studio delle partite non comporta meno lavoro in campo. Il primo allenatore ha la fortuna di poter gestire bene l’idea complessiva e lavorare su tutte le componenti che la rendono efficace, quest’idea. L’extra campo è meno piacevole”.

Che voto si dà? E all’Udinese? “Non mi do nessun voto. L’Udinese ha preso una sufficienza piena, ma non si può andare sotto il 7”.

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