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Un’Udinese senza idee sbatte contro il muro genoano

Non ci poteva essere celebrazione migliore per i 125 anni di storia societaria bianconera.
Monica Tosolini

Non ci poteva essere celebrazione migliore per i 125 anni di storia societaria bianconera. Sparring partner nell’occasione, l’altra ultracentenaria del calcio italiano, ovvero i grifoni rossoblu’ del Genoa. La società ligure, passata ufficialmente di mano dopo 18 anni targati Preziosi agli ambiziosi americani della Partners 777 proprio nei giorni scorsi, é presieduta dal noto Dott. Zangrillo, nonché guidata in panchina dall’ex campione rossonero Andriy Shevchenko coadiuvato dall’altro monumento milanista, Mauro Tassotti.

Nel calcio come nella vita le situazioni si evolvono con una rapidità tale da far dimenticare in poco tempo la storia recente. Preziosi e Ballardini oggi sembrano rappresentare l’anteguerra, tanto che persino i tifosi forse stanchi da una presidenza ondivaga, hanno salutato con evidente entusiasmo l’avvento dell’ennesima società americana pronta a sbarcare nella massima serie italiana. Speriamo solo non vengano importati anche criteri ed interpretazioni sportive “Made in Usa”, notoriamente molto più inclini allo spettacolo che alla competizione sul piano sportivo.

Sheva eredita non poche defezioni tra gli effettivi, rinunciando per conseguenza ad elementi importanti quali Destro, Maksimovic, Fares, Kallon, Caicedo, Cassata, oltre a capitan Criscito, tutti potenziali titolari. Gotti per contro rinuncia al “dissidente” STRYGER oltre a ZEEGELAAR proponendo un 3421 in parte inedito; inutile dire che la vittoria, date le condizioni del grifone oltre ad una classifica affatto splendida, diviene l’imperativo di giornata.

Il primo tempo scorre via senza troppi sussulti. PEREYRA colpito duro dà forfait dopo un quarto d’ora per un colpo alla clavicola; al suo posto PUSSETTO. Mancano occasioni vere nella frazione e la delusione diviene palpabile, tant’é che é proprio il Genoa con Ekubal a generare l’occasione più ghiotta al 43º. Fortuna vuole che la conclusione del ghanese finisca un metro alla sinistra del palo difeso da SILVESTRI. Un Genoa pragmatico senza troppi fronzoli é stato in grado senza troppi affanni di imbrigliare ogni iniziativa dei padroni di casa per l’occasione in divisa nera celebrativa.

Il secondo tempo purtroppo non sposta gli equilibri, nel solco di rientri dallo spogliatoio purtroppo mai incisivi. L’ingresso di SAMARDZIC tanto auspicato dalla tifoseria non produce gli effetti sperati. La squadra non va oltre un paio di tiri e di ribattute verso Sirigu, peraltro mai veramente impegnato, mentre il grifone molto attento in copertura confeziona una buona palla gol che SILVESTRI respinge con bravura. Piuttosto convincente per contro, l’apporto difensivo di PEREZ.

Al 96º la delusione é leggibile in tutti i tifosi, a seguito dell’incapacità di realizzare il gol contro una squadra che da tutti lo aveva subito meno che dal Venezia. Quello poi che preoccupa é la netta, marcata involuzione generale nonostante due settimane di lavoro in profondità con l’intero gruppo a disposizione. PUSSETTO e DEULOFEU non si accendono, MOLINA sembra l’ombra del giocatore ammirato lo scorso torneo; vero é mancata nel corso del match la saggezza tattica del Tucu, il saper giocare tra le linee, una luce che rimane troppo a lungo spenta; le idee di gioco continuano a latitare per una squadra che sembra vivere sulle giocate individuali sentendosi più a suo agio quando deve ripartire piuttosto che quando deve costruire. La mancanza di personalità che garantiva un De Paul inizia a diventare pesante.

Di positivo rimane la distanza inalterata dallo stesso Genoa ubicato al terz’ultimo posto, tuttavia c’é davvero poco da illudersi, poiché una società disposta ad investe 2 milioni a stagione sull’allenatore crediamo non lesinerà sforzi in merito al rafforzamento invernale. Non sarà affatto facile per Gotti trovare la quadra. La gara col Genoa sembrava perfetta per ripartire con slancio. Non é successo.

A Roma contro la banda di Sarri, quella che fa più km contro quella che ne fa meno, non sarà affatto una passeggiata, senza trascurare l’insorgere di qualche ombra minacciosa che temiamo possa allungarsi sulla gestione tecnica del gruppo.

Una brutta sconfitta nella capitale potrebbe preludere ad un’ulteriore ultima spiaggia in Toscana, dove lunedì ad aspettare i friulani ci sarà l’Empoli dell’ex Andreazzoli.

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