Home » Un’Udinese coesa strappa un punto d’oro alla Dea

Un’Udinese coesa strappa un punto d’oro alla Dea

Il recupero della sfida con l’Atalanta, 17ª sfida in campionato, segnala una criticità di stagione del tutto impensabile solo un mese addietro.
Monica Tosolini

Il recupero della sfida con l’Atalanta, 17ª sfida in campionato, segnala una criticità di stagione del tutto impensabile solo un mese addietro. I 3 soli punti raccolti dei 21 disponibili nelle ultime 7 sfide, o se vogliamo 1 su 15, malcelano una fase di innegabili difficoltà, realizzativa in particolare, peraltro non imputabili per assenza di opzioni, ad errate interpretazioni tecnico-tattiche.

Avversario scorbutico come pochi, il gruppo di Gasp sembra lanciato verso l’ennesima stagione con i fiocchi. L’emarginazione di un top player come il Papu Gomez sembra esser stata assorbita nella maniera più efficace a dimostrazione di quanta forza ed autostima dispongano gli orobici, molto abili nel qualificarsi per gli ottavi di Champion League in una fase di apparente difficoltà: chapeau!

In molti tra gli addetti ai lavori paragonano i nerazzurri di Bergamo alla bella Udinese intravista nel primo decennio di millennio; non si offenderà la famiglia Pozzo se riteniamo che Percassi abbia a differenza del nostro tycoon, avviato un progetto di lungo termine stile Samp di Mantovani, con obiettivi tanto ambiziosi, da non rinunciare con facilità ad alcuno dei propri elementi in organico. A Bergamo, città ricca e laboriosa, si puó davvero sentenziare di miracolo in provincia.

Andiamo dunque a soppesare le scelte di partenza. Gasperini rinuncia in avvio alla qualità garantita dai vari Zapata, Ilicic, Gosens, Freuler rilanciando peraltro il temuto ex Muriel (6 reti in 8 gare) dal primo minuto. Indisponibile il solo Pasalic. GOTTI invece non cambia il proprio canovaccio tattico proponendo il solito 3511 con ARSLAN preferito a WALACE. Di buon auspicio rivedere l’olandesone NUYTINCK accomodarsi in panchina, supponendo l’atteso rientro oramai imminente.

Andiamo al rettangolo di gioco. La partenza bn è insospettabilmente fulminante. LASAGNA difende con caparbietà sull’out, nonostante una raddoppio di marcatura sul centrocampo. A beneficiarne è il Tucu, il quale involandosi verso la porta avversaria, rincorso invano, trafiggeva con un tocco beffardo il portiere Gollini che vedeva sfilare la sfera tra le proprie gambe. Vantaggio insperato che induceva la squadra bn e rinculare, favorendo da quel momento in tal modo, la ostante pressione degli ospiti. Gli orobici raccoglievano solo al 43⁰ i frutti del gran lavoro svolto, mediante la consueta prodezza di Muriel, ex mai dimenticato, non entusiasmante in verità sino ad allora, il quale grazie ad un rimpallo fortuito, si trovava a tu per tu con MUSSO. Infilarlo con un tocco elementare (7⁰ gol all’Udinese e rimpianti infiniti riflettendo sulla sua gestione in Friuli), rappresentava poco più che un gioco da ragazzi per il colombiano. Spiace che pochi secondi prima del gol subito, un contrasto tra Gollini e PEREYRA non sia riuscito a stimolare Calvarese nel ricorrere ad un consulto al Var dato il dubbio generatosi. D’altronde l’Udinese negli ultimi due anni, chissà a quale titolo, ha beneficiato di un solo rigore (Milan andata) a favore, battendo ogni record mondiale nei più celebrati tornei al mondo. Sull’ 1-1 si chiudeva la frazione con la Dea non lucidissima nel produrre calcio, ma capace di confinare senza tregua i ragazzi di GOTTI nella loro metà campo. Gasperini e il ds Sartori solo per questo, meritano da parte nostra, ogni possibile elogio.

Nel secondo tempo dopo qualche minuto, Gasp innesta i presunti titolari ottenendo un sostanziale dominio del campo, senza per questo creare occasioni degne di sufficiente pericolosità. Gratificante dal lato sportivo, notare il coinvolgimento totale dei giocatori orobici entro gli schemi d’attacco; riconoscere come i Toloi o i Romero possano divenire con sufficiente spigliatezza degli attaccanti aggiunti, denota come il tecnico piemontese sia riuscito ad incidere in profondità nella testa e nelle gambe degli atleti. Dall’altra parte ai ragazzi di GOTTI coesione e desiderio di ottenere un punto sospirato al fine di bloccare la crisi latente, non facevano difetto, quasi ad incarnare un mantra giornaliero. Qualche interruzione d’esperienza con qualche cambio in più per interrompere il ritmo dei rivali, favorivano il raggiungimento di un punto davvero importante. Il bel gioco paragonabile ad una navigazione appagante può attendere in fondo, almeno sino a che le secche non saranno superate. Bene il punto ottenuto in grado di fortificare e cementare un gruppo in apparenza coeso con il proprio coach. La classifica rimane corta a testimoniare che i punti raggranellati (17) in 18 gare rimangono pochini, pur evocando tutti gli alibi del caso, infortuni in primis.

Bene il parziale recupero di DEULOFEU con l’Inter alle porte. Il catalano si è rivelato utile oltre il previsto allorquando schierato un pò a sorpresa al fianco di LASAGNA causa infortunio di WALACE, è stato in grado di fornire un contributo tecnico di spessore; il giocatore vanta potenzialità indiscusse e non appena avrà raggiunto la piena efficienza fisico-tecnica, l’atteso contributo non dovrebbe venir meno.

In relazione al mercato di riparazione, è forte il tam tam sulla partenza di KL15. Tutti, lui in primis, ci si attendeva qualcosa in più da questo girone d’andata, sino ad oggi assai sterile e fermo a 2 centri. GOTTI lo stima come uomo e come giocatore. Spesso è stato costretto a schierarlo in solitario da centrale d’attacco, lui che prima punta non è, con il risultato di sfiancarlo in ruvidi contrasti con l’intera difesa avversaria; ovvio che con un OKAKA o anche PUSSETTO al proprio fianco, i risultati sarebbero stati senz’altro migliori, pur in mancanza di controprova.

Rinunciare al mantovano in cambio di una congrua contropartita economica, potrebbe avere un senso logico affaristico, purché il subentrante non si rilevi potenzialmente meno quotato del partente, poichè anche in questa stagione, volenti o nolenti, Covid e infortuni permettendo, c’è da salvare la categoria! Rinunciare a cuor leggero allo scattista di San Benedetto Po, stimato persino dal CT. Mancini , presuppone l’inserimento di un attaccante di livello che:

– a) abbia spiccato senso del gol

– b) sia possibilmente conoscitore del calcio nostrano

– c) non sia arrugginito da scarso utilizzo

– d) possa avere un futuro con i colori bn senza condizionamenti o diritti di recompra.

– e) non rappresenti una sorta di ripiego o peggio generi malcontento entro il gruppo di lavoro o tifoseria

Esiste allora un profilo capace di avere tali requisiti? Non lo sappiamo ma tra la tifoseria gira con insistenza il nome di Davide DIAW, 29.enne attaccante di colore nato a Cividale il giorno della Befana, cresciuto nel Donatello, ora in forza al Pordenone di Tesser. Alto 1,91 nato da padre senegalese, con un costo del cartellino che si aggira sui 4/4,5 mln, sta attualmente dando un contributo significativo allle fortune della società di Lovisa. Il Torino di Nicola sembra aver già fatto un’offerta prossima ai 3,8 mln oltre al prestito di un giovanotto della primavera granata. I 10 gol realizzati in 17 partite oltre ad una partecipazione superiore al 50% nelle realizzazioni globali neroverdi, stanno stimolando l’interesse di diverse compagini della serie maggiore.

Con un OKAKA ancora indisponibile e comunque mai in doppia cifra in stagione, un lungagnone mobile, capace di far variare lo schema d’attacco, che ama per di più i colori bianconeri, potrebbe rivelarsi assai utile alla causa, forse ancor maggiormente del più celebrato Fernando Llorente, altro nome accostato ai bianconeri. Seppur con qualche giorno di ritardo, mentre la concorrenza appare attiva come non mai, con le cenerentole affatto scontate come negli anni passati, troveremo qualcosa di buono dentro la calza?

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia