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Una buona Udinese lascia l’intera posta ad una Juve sbiadita

Una stagione con tanti crociati non si era mai vista alle nostre latitudini.
Monica Tosolini

Una stagione con tanti crociati non si era mai vista alle nostre latitudini. Tra recuperi (DEULOFEU), subiti (PUSSETTO, NESTOROVSKI e BRAAF) quando verrà comunicata l’ufficialità di quest’ultimo, GOTTI ha fatto spesso di necessità virtù. Il caso comunque andrà studiato con attenzione per comprendere se sia trattato di sole circostanze – anche la Primavera bianconera annovera dei casi – o vada ristudiata la metodologia di preparazione e/o allenamenti.

Poche dunque le scelte a disposizione del tecnico friulano in una gara tosta, dove i 9 volte campioni d’Italia si scuciono ufficialmente lo scudetto in favore dei rivali nerazzurri guidati beffardamente da un condottiero di matrice “juventina” come Antonio Conte.

Per fortuna l’Udinese vanta classifica tranquillizzante tanto da non dover giocare necessariamente per il punticino. Scelte pressoché obbligate con l’ex Tucu ad affiancare OKAKA. BECÃO viene preferito a SAMIR nei 3 dietro, mentre aleggia molta curiosità per SCUFFET chiamato a sostituire lo squalificato MUSSO. La Juve sceglie di affiancare il solo Dybala al bomber CR7, ma è orfana di Chiesa forse il migliore in stagione.

Parte la gara con un’Udinese piuttosto spavalda. Non passano 10’ che i bianconeri regalano una gioia. RDP procuratasi una punizione dai 25 metri, batte con estrema scaltrezza favorendo la corsa di MOLINA il quale non si fa certo pregare nello scagliare un fendente verso Szczesny, apparso inefficace nel tentativo di ribattere il tiro; Udinese sorprendentemente avanti. La Juve reagisce solo alla mezz’ora con un colpo di testa di McKennie che sfiora il palo. Oltre ad un prevedibile possesso palla nel tentativo di riequilibrare le sorti però, la squadra di Pirlo non va, e la frazione si chiude con i bianconeri in vantaggio.

Alla ripresa la musica non cambia almeno per 35’. SCUFFET non compie un intervento, la sola ordinaria amministrazione. All’80º di gioco però, la Juve si procura una punizione dai 25 metri in zona centrale sulla quale si fionda Ronaldo sino ad allora anonimo per non dire di peggio. La parabola non sembra vincente, ma ai lati della barriera si posiziona il migliore in campo, Rodri. Con la palla tesa a sfiorargli il corpo il buon capitano non trova di meglio che allargare il braccio impattando sulla sfera; confezionato per conseguenza il 5º penalty contro consecutivo (record) e 1-1 con gol del capocannoniere. I 5’ successivi non sembrano cambiare le sorti di un pari legittimo, ma da un cross partito dalla metà campo, la palla supera SAMIR consentendo al fuoriclasse portoghese di impattare di testa da pochi metri. A SCUFFET, impossibilitato ad uscire visto la provenienza del traversone, non resta che provare a compiere il miracolo tentando di ribattere la sfera su colpo ravvicinato. Purtroppo però il colpo è quello di un campione che annusa l’odore del sangue della preda, elemento che mai si può tralasciare nemmeno per un attimo, anche se vive una giornata a tinte fosche. La lezione per oggi é impartita.

4ª sconfitta di fila in casa, ma oggettivamente poco da rimproverare ai ragazzi che hanno disputato 80’ quasi perfetti contro una squadra forse non al meglio ma di blasone. Piuttosto in società si dovrà comprendere a fondo, quanto approssimandosi alla campagna acquisti possano pesare le partenze di RDP ed eventualmente MUSSO. Personalità, determinazione, capacità di difendere sono doti a lungo ammirate da cui ripartire GOTTI o non GOTTI, cerchiamo solo di attrezzarci in modo tale da rifondare un parco attaccanti … diversamente sano.

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