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Un bagno d’umiltà

Me lo sentivo ed è avvenuto. L’Udinese sbatte contro un muro, il muro del “vorrei ma non posso”.
Monica Tosolini

Me lo sentivo ed è avvenuto. L’Udinese sbatte contro un muro, il muro del “vorrei ma non posso”. C’è una netta differenza fra il marketing e la presentazione dei propri giocatori per il mercato prossimo venturo e la realtà dei fatti. La realtà è che hanno perso per 3 a 1 contro una Sampdoria che teneva il campo meglio, che correva meglio e che, specialmente, ha corso per novanta minuti. I nostri, affetti forse da paura di vincere, più probabilmente con il fiato corto, hanno smesso intorno al sessantesimo.

A dire la verità, già prima non era stata una grande partita. A volte il caso ti aiuta. Musso ha fatto la sua parata più bella quest’anno sul colpo di testa di Ramirez. Lasagna ha segnato il suo gol più bello poco dopo. Guardavo la partita e pensavo: “se la giornata giusta la avessero avuta contro il Torino o contro il Brescia ora dove saremmo?”.

Quando le squadre in campo hanno una qualità finale simile (non la qualità della rosa, ma della rosa più la tattica più lo spirito messo in campo), ecco che il caso, la fortuna, può diventare importante. Ma poi ci ha pensato la Sampdoria a invertire la tendenza. E non è stato il caso o la fortuna. E’ stata la superiore bravura e prestanza atletica. Semplicemente, correvano di più, si passavano meglio palla, avevano più rabbia in corpo.

Lascia stare che sul secondo gol c’è un errore di Samir in rinvio e sul terzo di Nuytinck. Gli errori individuali li hanno commessi anche quelli della Sampdoria, solo che noi non li abbiamo sfruttati.

In settimana ho letto interviste di questo o quel giocatore. Addirittura Fofana ha parlato di squadra che meritava l’Europa League. No, mi dispiace. Fofana è cresciuto immensamente quest’anno; è forse la più bella sorpresa. Ma l’Udinese non è da Europa League… farà fatica il Verona ad arrivarci, e forse e forse, figuriamoci questa Udinese.

Nella nostra squadra c’è un solo giocatore che potrebbe tranquillamente giocare titolare in squadre da Champions, ed è De Paul: per tecnica, per corsa, per visione di gioco. Lui canta e porta la croce ormai da due o tre anni. Credo che, con una squadra più tecnica, potrebbe anche limare gli errori. Con una squadra dove tutti corrono come lui, potrebbe risparmiarsi ed aumentare la qualità delle sue giocate. Fra gli altri, al momento, abbiamo Larsen e Nuytinck molto bravi, abbiamo Musso e Fofana che stanno maturando. Ma è troppo poco per aspirare all’Europa.

L’Udinese, nella realtà dei fatti, nel bagno di umiltà che ha ricevuto domenica sera, è una squadra da salvezza tranquilla, con un buon allenatore che sta limando gli errori di squadra. Che sta insegnando ai suoi a giocare, a far salire la difesa nei momenti giusti, ad aspettare che tutti si posizionino prima di iniziare un azione su ribattuta da calcio d’angolo. Sfruttiamo le fasce, verticalizziamo il gioco, come una squadra, dopo anni in cui questo avveniva più per l’intraprendenza di questo o quel giocatore. Ma non basta per essere dei giocatori da campionato europeo.

Ci sono dei limiti tecnici ed a volte atletici evidenti. Non scrivo queste cose per criticare i giocatori, ma visto il percorso di crescita di squadra finalmente strutturale, finalmente ordinato che avviene; visto al fortuna di avere Marino e Gotti con i quali si può intraprendere un percorso, credo sia più che giusto guardare in faccia la realtà e lasciare il marketing fuori dal campo.

La battuta d’arresto contro la Sampdoria non deve essere necessariamente negativa. Un bel bagno di umiltà può mettere nella testa e nel cuore dei ragazzi quella consapevolezza e quella rabbia che ci è necessaria per ottenere risultati importanti.

Dopo la doppia partita contro Torino e Atalanta ho pensato una cosa: la nostra rosa, per capacità tecniche, pare una squadra di serie B. Non abbiamo un attaccante che sia uno che sappia giocare nello stretto. Per forza dobbiamo giocare sulle verticalizzazioni veloci. E mi sono fermato a pensare cosa succede in serie B. Vince chi ha più cuore, più rabbia, gli ormai stra abusati “occhi della tigre”.

Ecco, è questo che serve all’Udinese ora. In un campionato dove c’è stato un forte livellamento tecnico fra le squadre medie e inferiori, la differenza la può fare solo quello. Un buon tecnico lo ha, una tattica e una disposizione in campo ci sono. Spero che i giocatori pensino a loro stessi come a una squadra di serie B che vuole emergere e vincere e non a una squadra da Europa League. E’ solo così che riusciranno a tirare fuori il meglio di se stessi e, mia personale opinione, potranno concludere il campionato molto meglio di come lo hanno iniziato.

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