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Udinese: Sottil, tecnico in linea per aprire un ciclo virtuoso a patto che…

I risultati sono sotto le attenzioni di tutti. Miglior partenza, miglior attacco, 5 vittorie consecutive, numeri che potrebbero far perdere la testa a chiunque.
Monica Tosolini

I risultati sono sotto le attenzioni di tutti. Miglior partenza, miglior attacco, 5 vittorie consecutive, numeri che potrebbero far perdere la testa a chiunque. SOTTIL tuttavia, da abile pompiere oltreché leader concreto, pragmatico, saggio come lo era da calciatore, possiede una personalità tale da non farsi affatto condizionare da una fase sia essa positiva che negativa. L’allenatore ancor più del tecnico, ne ha fatta di gavetta, tanto da guadagnarsi tutta la stima che ad oggi la critica gli attribuisce. Nel calcio moderno accade infatti, che da “secondi” il più delle volte anonimi, ci si trovi proiettati in prima squadra senza troppi meriti, sollevando il dubbio in caso di risultati positivi, se le gratificazioni acquisite siano attribuibili al subentrato piuttosto che al licenziato… In genere ci pensa poi la storia a sancire nell’addivenire verità fatalmente incontrovertibili.

SOTTIL sa che Udine rappresenta allo stato attuale, location professionale perfettamente attagliata sulle proprie ambizioni professionali. Più volte il tecnico di Venaria Reale ha colto occasione per magnificare l’ambito professionale in cui é chiamato ad operare, esaltando organizzazione societaria oltre alla qualità tecnica dell’organico messogli a disposizione.

L’Udinese nonostante un avvio dirompente, non é di fatto strutturata per viaggiare ad oltre 2 punti a partita come accaduto sino ad ora, ma forse nemmeno a poco più di uno, quanto appunto richiesto per l’ottenimento di una abbordabile salvezza. A nostro avviso l’organico vale dai 52 ai 55 punti stagionali al netto di infortuni di lungo corso e rendimenti tecnici prossimi all’ottimale. La media di 1,4 punti a gara potrebbe rappresentare la soglia di un trend assolutamente accettabile in prospettiva Europa, da raggiungere nel ‘23-24, un obiettivo oltremodo gradito alla proprietà (l’anno scorso la Fiorentina ci é arrivata con 62, così come la Roma l’anno prima). Ecco allora che l’Europa chiama di regola 5 punti ogni 3 gare, alla media di 1,66 punti partita.

Come dovrà agire dunque la proprietà per corroborare una marcia che sembra tanto precocemente quanto virtuosamente aver preso abbrivio? Facile dire che le uscite si dovranno limitare al solo “affare irrinunciabile” e che i ricambi eventuali dovranno possedere le stigmate di prospetti ancor superiori ai relativi partenti. Rivisitando il recente passato, la ventina di milioni più PEREZ incassati per MOLINA non si può dire abbiano rappresentato un malaffare per ì POZZO, forse però i 20 più bonus per UDOGIE potrebbero nel prossimo futuro far rosicare un tantino dato il potenziale dell’esterno. Quando in organico hai la fortuna di avere dei giovani di grande prospettiva come il veronese, beh, a meno che non sia il giocatore ad impuntarsi per partire, varrebbe la pena di tener duro per poi cedere ai massimi, per quanto questo limite sia difficilmente pronosticabile.

Qualora i risultati continuino a sorridere ai ragazzi di SOTTIL, non sarà difficile veder piovere sin da novembre laute offerte per i vari SILVESTRI, BECÃO, SAMARDZIC, BETO e compagnia cantante. Quale potrebbe essere allora la strategia per mantenere tutte le potenzialità tecniche in Friuli? Semplice e complesso allo stesso tempo, se adottiamo a modello ció che fece la Samp di Mancini e Vialli quando nel ‘90-91 arrivò a cucirsi il tricolore sul petto ed a sfiorare la Champions nell’anno successivo. Regoletta piuttosto semplice, uno massimo due partenze all’anno senza toccare la colonna vertebrale della squadra, i 4/5 centrali appunto, oltre ad un obiettivo punti stagionale ragionevolmente raggiungibile e crescente anno dopo anno, in perfetta armonia con il gruppo e corroborato da ingaggi e premi rapportati ai risultati ottenuti. Si potrà obiettare che Udine rimane pur sempre una provincia, ma lo erano appunto anche la Samp, come il Verona o il Leicester in ambito della proibitiva Premier.

Quest’anno poi la stagione appare alquanto sui generis. A novembre il campionato si fermerà per dar spazio al mondiale qatariota. Di fatto si giocheranno due campionati in uno, con la preparazione atletica fattore più che mai determinante. Perché non ritenere che quanto dimostrato fisicamente sino ad ora non si possa reiterare a partire da ‘23? Crediamo che mai come in questa stagione si possano verificare sorprese, anche in considerazione del fatto che molteplici società si vedranno costrette a lasciare i propri atleti a disposizione delle rispettive nazionali. L’Udinese potrebbe dover rinunciare ragionevolmente a 4/5 elementi (noi ovviamente ci auguriamo il numero salga), e dunque consentire al tecnico una rimodulazione atletica persino ad personam. Inutile fare tabelle, non hanno senso oggi, ma cercare di alimentare giusti obiettivi, senza per questo sminuire il potenziale che sembra esserci davvero. Il pubblico c’é, il tifo é presente quanto caloroso, il manico dà ampie garanzie, la critica entusiasta per la capacità di interpretare un calcio molto fisico, ma anche supportato da un giusto mix tecnico. Nel mercato invernale sarà strategico compattare umanamente il gruppo elevando gli obiettivi di gruppo, senza rinunce tecniche pur in fronte ad offerte allettanti, che ne siamo certi non mancheranno. Sarebbe un delitto sentire approntare operazioni stile UDOGIE, ad esempio per un BETO che si comporta bene al mondiale. Serve focus, necessitano ambizioni e coraggio corroborate da quella passione tanto declamata dalle casacche, poiché opportunità come quelle che sembrano stagliarsi in questa straordinaria stagione, non paiono giungere così di frequente.

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