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Udinese, nuova missione: chiudere al meglio, alla faccia dell’emergenza

Pesa, e molto, il ko di Napoli. Come sono pesati i ko contro Torino, Cagliari e Juventus.
Monica Tosolini

Pesa, e molto, il ko di Napoli. Come sono pesati i ko contro Torino, Cagliari e Juventus. Ormai non si parla più di obiettivo decimo posto, ma di finire al meglio il campionato. E’ questa la nuova missione per Gotti, e non è facile. Gli avversari sono Sampdoria in casa e Inter a San Siro. Ma i problemi maggiori vengono dall’Udinese stessa, o meglio, dalle forze a disposizione dell’allenatore da qui a fine campionato. 

Al problema delle defezioni per infortunio (tuttora non chiarissime), si aggiunge il problema della condizione di diversi titolari, ormai allo stremo dopo aver tirato avanti per circa 36 giornate.

Gotti dovrà chiedere a loro di cercare di fare punti contro la Samp, con cui lui ha perso in tutti e tre i precedenti (non gli è andata benissimo nemmeno contro Ranieri, che lo ha battuto due volte su due): si tratta di stringere i denti, cercare di interpretare al meglio le indicazioni dell’allenatore ed evitare cali di concentrazione e i soliti errori individuale che l’Udinese ha sempre pagato a caro prezzo.

A quattro giorni dalla sfida, per il mister e il suo staff è già ora di fare la conta degli uomini a disposizione. Un compito non facile, viste le situazioni di alcuni giocatori che vanno monitorati giorno per giorno. Arslan non sarà disponibile domenica, e non si capisce se potrebbe rientrare per Milano. Nuytinck è finito ko durante la rifinitura prima del Napoli e la sua disponibilità è in forse, più tendente al forfait. Ora si viene a sapere che per De Maio il campionato è finito ed è così aperta l’emergenza in difesa dove le forze a disposizione di Gotti sono contate: Becao, Bonifazi, Samir è il terzetto titolare possibile, con eventuale bis dell’esperimento Zeegelaar nei tre.

In mezzo hanno dato evidenti segnali di stanchezza De Paul, Pereyra e Larsen: impossibile rinunciare tutto d’un colpo a quei tre, ma è doveroso pensare all’impiego delle alternative sugli esterni, con Ouwejan, in particolare, che merita fiducia. In avanti, nel reparto finora più martoriato, buone nuove arrivano dal possibile rientro di Llorente, che diventa un’arma in più da poter scegliere accanto a Okaka o Forestieri.

Poi ci sono i giovani: Makengo, Micin, Palumbo. Toccherà, in un modo o nell’altro, anche a loro.

Per tutti c’è un solo imperativo, adesso: mettercela davvero tutta. Per sè stessi e per la maglia. 

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