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Udine guarda ancora a Sud.. ma in America

Nella nuova Udinese, sempre caratterizzata dall’impronta esterofila che i Pozzo hanno ormai impresso da anni, rimane ancora forte l’anima sudamericana.
Monica Tosolini

Nella nuova Udinese, sempre caratterizzata dall’impronta esterofila che i Pozzo hanno ormai impresso da anni, rimane ancora forte l’anima sudamericana. Nonostante le cessioni dei due nazionali dell’Albiceleste De Paul e Musso, lo spirito argentino è ancora il più presente all’interno dello spogliatoio, con ben 5 giocatori a rappresentarlo. Rimane costante anche la presenza di brasiliani, ora in 3, in un gruppo composto da 25 giocatori in rappresentanza di 13 Paesi.

Tutto torna se, volgendo lo sguardo alla storia degli acquisti esteri bianconeri, evidenziamo come il gruppo verdeoro risulti storicamente il più presente, con 46 giocatori, e quello biancoceleste lo segua a ruota con 27. D’altro canto, l’Udinese da anni cura una rete ben avviata di scout e osservatori in loco, che si avvalgono di collaboratori storici. A dirigere il gruppo di esperti bianconeri è stato per anni Manuel Gerolin, prima calciatore e poi anche Direttore Sportivo dell’Udinese. Lui stesso, però, sottolineava la differenza di caratteristiche culturali e tecniche tra brasiliani e argentini. A Udine sono rimasti nel cuore dei tifosi in particolare Orlando Pereira, il primo brasiliano arrivato in Friuli, ma soprattutto Zico e Amoroso. Hanno sempre mantenuto un legame particolare con la terra dei loro avi anche gli argentini Sensini, Balbo e, fresco di cessione, Rodrigo De Paul. Tutti profili di alto spessore, sia a livello umano che professionale: non a caso, a distanza di anni, mantengono intatto il feeling con il Friuli.

L’Udinese, però, ha una notevole squadra di scout anche in Europa. E, nel Vecchio Continente, finora ha pescato soprattutto in Spagna: 19 giocatori che però non hanno dato un contributo significativo alla causa se osserviamo che tutti assieme hanno totalizzato 158 presenze e solamente 9 reti.

Oggi in squadra c’è l’iberico Deulofeu, sul quale ci sono grandi aspettative ma, come i connazionali che qui lo hanno preceduto, ha finora concesso un apporto centellinato e ridotto a 19 presenze e 3 reti in poco più di un anno di serie A. Le cose, però, dovrebbero cambiare: l’Udinese fa molto affidamento su di lui.

Esaurito il filone ghanese, che ha portato all’Udinese 14 giocatori (il Paese africano è il quarto maggiormente rappresentato in bianconero), si guarda negli ultimi anni maggiormente all’Europa, in particolare a Francia (dei 13 totali 3 sono attualmente qui) e Danimarca, con Stryger Larsen undicesimo elemento di quella Nazione. Nell’Udinese di oggi ci sono 2 olandesi, che portano a 8 il totale storico di calciatori provenienti dai Paesi Bassi e due tedeschi, che fanno parte dei 6 totali dalla Germania. Ma l’Udinese è una società che ha sempre scandagliato tutto il mondo, tanto da aver portato in Italia perfino il primo calciatore iracheno. Attualmente, a portare la bandiera come primo rappresentante del suo Paese, c’è Nestorovski, della Macedonia del Nord.

Non sarà certamente l’ultimo caso, anche perché il recente mercato ha dimostrato che l’Udinese ha ripreso con determinazione la politica dello scouting, forse passata in secondo piano per qualche anno.

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