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Tra sogni e realtà

Vi ricordate l’Udinese di Oddo? Era bellissima, pensavamo finalmente di aver trovato l’erede di Guidolin.
Monica Tosolini

Vi ricordate l’Udinese di Oddo? Era bellissima, pensavamo finalmente di aver trovato l’erede di Guidolin. Poi si ruppe Lasagna e non riuscimmo più a segnare un gol: undici sconfitte consecutive. All’Udinese di Gotti si sono rotti Delofeu e Pussetto, i due attaccanti titolari, e contro il Crotone mancava anche Llorente. Ed allora adesso facciamo un gioco: togliete all’Inter Lukaku e Lautaro, togliete al Milan Ibra e Rebic, togliete alla Juve CR7 e Morata… Ma proseguiamo: togliete al Sassuolo Caputo e Boga, togliete alla Sampdoria Quagliarella e Keità, togliete al Bologna Palacio e Barrow, togliete alla Fiorentina Vlahovic e Ribery o al Torino Belotti e Zaza. Ognuna di queste squadre, senza le due punte titolari sarebbero in serie B. Noi no.

Noi siamo a metà classifica, per i meriti chiedere a Gotti, che invece di fronte ai microfoni usa modestia. C’è una grandissima differenza fra i sogni (la rosa, la disposizione in campo che potrebbe avere l’Udinese se tutti fossero disponibili) e la realtà (la formazione di Crotone Udinese).

Chi mi legge sa che ho delle simpatie: Okaka è uno di questi. Gli arrivano dieci palloni e lotta su tutti e dieci, ne perde sei e ne passa ai compagni quattro. Llorente su dieci palloni che gli arrivano prende tre falli, gli altri sette li passa e fa anche degli assist come quello per Arslan contro il Torino e per Zeegelar giornate addietro. E’ ovvio che il confronto è impari.

Ogni analisi su Crotone Udinese deve partire da qua. Da una squadra che fa di necessità virtù e che ha la fortuna, mia opinione personale, di avere un certo Nestoroski in rosa. Zitto zitto, il macedone ci porta punti con i suoi gol e i suoi assist. Cordaz si è superato per fare una “garellata” sul tiro a incrociare di Ilija. Ma il nostro si è rialzato, ha preso palla e ha fornito un assist al bacio a Rodrigo De Paul, autore di due gol da futsal, da calcetto, come se per lui le cose difficili fossero facili. Quando a fine carriera non riuscirà più a correre come ora, potrà fare la prima punta, senza problemi. E difatti penso che tutti si siano accorti che ultimamente il Diez argentino gioca più avanti, più vicino alla porta. Con Pereyra sotto tono nelle ultime partite, è lui che tiene su la squadra, che determina il nostro attacco.

E questo mi fa muovere l’unica critica alla gestione Gotti: Nestoroski dovrebbe giocare titolare. Le occasioni date a lui sono nulla rispetto a quelle date a Lasagna. Certo, il macedone non porta palla, non dà profondità, ma sa giocare a calcio. Se spostiamo più avanti De Paul c’è bisogno della “mossa Kansas City”: di un giocatore cioè che possa creare pericoli quando tutti i difensori cercano RDP, o di un attaccante che sappia dialogare con lui per capacità di intendere la posizione in campo. Che, come sul primo gol, porti su di sé la difesa e poi passi a un De Paul libero di segnare.

Del resto, come contro il Torino, ottima difesa, visto che Musso non fa nulla da 180 minuti. Seconda partita consecutiva negativa di Molina e buon Walace che permette a Pereyra e De Paul di spingersi più avanti.

C’è però un problema da affrontare: gli errori pacchiani sui rigori concessi. Non esiste che Arslan faccia quello che ha fatto e non esiste che Molina faccia altrettanto. Chi sbaglia così andrebbe messo in panchina alla partita dopo, altrimenti si torna all’epoca “Danilo”, dove il capitano era quello che sbagliava di più e nessuno gli diceva nulla.

Bisogna tenere l’attenzione, sempre e comunque. Distrazioni del genere vanno punite. Molina di sicuro diventerà un buon giocatore e ci darà tante soddisfazioni, ma la meritocrazia non deve guardare in faccia a nessuno.

Vi lascio anche uno spunto di riflessione: nel girone di ritorno, senza Delofeu e Pussetto, ora anche con Llorente acciaccato, abbiamo fatto gli stessi punti di tutto il girone d’andata, con sette giornate di anticipo. Come era stata gestita l’andata? Ve la ricordate la formazione contro lo Spezia? L’Udinese mirava a vendere tutti, in ritiro i migliori non erano andati. Dopo il punto più basso della gestione Gino Pozzo, siamo arrivati a questo gennaio con un netto cambio di direzione e i risultati sono arrivati. Sperando che questo sia una lezione per il futuro. Dove saremmo ora se anche all’andata avessimo raggiunto i 18 punti a questo punto, sette giornate prima della chiusura del girone autunnale?

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