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Serve un’Udinese ‘libertina’ per conquistare i tre punti

Non è la prima volta che il Sassuolo si presenta ai friulani quale pericoloso spartiacque per il seguito di torneo.
Monica Tosolini

Non è la prima volta che il Sassuolo si presenta ai friulani quale pericoloso spartiacque per il seguito di torneo. Successe con De Canio qualche stagione fa, si ripropose con Gotti assolutamente bisognoso di un punto da conquistare al Mapei stadium l’anno passato dopo un’avvio incerto(3 punti in 6 gare), si reitera in questa stagione con i friulani a secco e hanno fruttato la miseria di 4 punti giunti a seguito peraltro, di una apprezzabile partenza.

Dionisi (curiosamente lo stesso nome dell’arbitro) se riferito al tecnico neroverde, scende al Friuli con 3 assenze di prestigio tra cui Boga, Djuricic e Lopez, il carnefice della Juve. Gotti invece sorprende, optando per un 4231 piuttosto ardito, trasformato in 442 in fase di non possesso. ARSLAN preferito a MAKENGO in mezzo, con STRYGER confinato inopinatamente in tribuna (fallito l’ultimo tentativo di prolungamento contratto?). Persino UDOGIE e SOPPY si accomodano in panchina nel contesto di un modulo che penalizza indiscutibilmente gli esterni bassi. Con MOLINA a destra, DEULOFEU a sinistra, e il Tucu in mezzo in qualità di sottopunta, Mr.Gotti vuol dimostrare al mondo del calcio, e quello bn in particolare, che l’accusa di scarso coraggio può venire respinta al mittente. Discreta attesa per la prestazione del debuttante argentino PEREZ, impiegato a destra come 4º basso.

La sfida parte come meglio non si potrebbe. Bastano infatti appena 8’ per assistere ad un assist perfetto di BECÃO in favore di DEULOFEU che da 6 metri non si faceva pregare troppo per insaccare in rete. Importante il rientro del catalano la cui presenza galvanizza l’intera squadra. L’inferiorità numerica a centrocampo però, con due bn (WALACE oltre ad uno spaesato ARSLAN ammonito dopo appena 3’ di gioco) opposti sistematicamente a 3 avversari, favoriva altresì il possesso palla e pressing degli ospiti, i quali a causa di una leggerezza in disimpegno di SILVESTRI trovavano al quarto d’ora un insospettabile pareggio con Berardi. Doccia fredda che dovrebbe far capire una volta di più a tutti i protagonisti, come giocare ripetutamente all’indietro non rappresenti il massimo dell’espressione calcistica quando al rinvio deve presentarsi il giocatore meno tecnico, il portiere appunto; la situazione poi non impediva per conseguenza agli uomini di Dionisi di trovare rapidamente il raddoppio con un’eccellente inserimento di Frattesi trasformatosi in un abile attaccante nell’anticipo vincente su NUYTINCK.

Il 2-1 per gli ospiti gettava ombre e perfidi presagi sulla gestione di Gotti tanto che il rischio della triplice segnatura veniva scongiurato poco dopo da un lieve fuorigioco degli uomini in neroverde. L’Udinese di ieri tuttavia, meno tattica e più arrembante, rischiava sì un po’ più del lecito, ma costruiva molto più dell’usuale, accettando inconsciamente il rischio sui duelli individuali. La velocità del gioco oltre al possesso palla non raggiungevano picchi straordinari, ma la “cazzimma” per dirla alla napoletana, non mancava. L’ingresso di MAKENGO molto più a suo agio nel ruolo rispetto ad un titubante ARSLAN uscito per infortunio al quarto d’ora, dava molta più sostanza al centrocampo, nonostante fosse lo stesso francese a perdere un pallone su contrasto a centrocampo poi trasformato in modo vincente dagli ospiti. Per fortuna ci pensava MOLINA, sino ad allora non troppo brillante, a scagliare a 8’ dal termine della frazione, un fendente dal limite, insaccatosi alle spalle dell’attento Consigli, a causa di una deviazione decisiva dello stesso Frattesi. Il 2-2 sostanzialmente equo in funzione del gioco espresso, chiudeva i primi 45’ senza ulteriori grosse emozioni.

La ripresa vedeva gli uomini di Gotti protesi alla ricerca del gol vittoria, nonostante l’avversario rappresentasse una compagine molto abile nel mantenere ben saldi i concetti di gioco (gran possesso palla) espressi anche nel recente passato attraverso l’importante vittoria allo Juventus Stadium. Avversario scorbutico, tecnico, ma domato in conclusione, attraverso una caparbia azione bianconera conclusasi con un assist di PEREYRA a BETO che centrava dopo attenta verifica al Var, il proprio 4º centro stagionale. Da quel momento il Sassuolo non riusciva ad impensierire più di tanto SILVESTRI, nemmeno con l’ingresso del temuto SCAMACCA o allor quando in superiorità numerica a seguito dell’espulsione di MAKENGO (88º), le possibilità potevano ragionevolmente moltiplicarsi per una squadra molto notoriamente abile nel generare superiorità numerica da palleggio.

La partita finiva 3-2 con qualche ansia di troppo nel finale, ma con la gioia piena derivata dal raggiungimento dei 14 punti in classifica, oggi posizione di ragionevole conforto, dopo che sia Spezia che Venezia, erano state capaci di raccogliere in giornata l’intero bottino contro avversarie affatto comode.

La vittoria scaccia crisi è arrivata e tutto è bene quel che finisce bene. Tuttavia non si può trascurare che il Sassuolo ha saputo tener palla in modo molto più maturo dei nostri, i quali si son affidati fin troppo alla classe dei DEULOFEU (imprescindibile) o alla verve dei BETO. Il 4231 può andare bene, ma il compito dei 5 di centrocampo diviene piuttosto complesso e va eseguito attraverso dinamiche più elaborate. I rischi maturati alla vigilia nel voler cambiare il consueto modulo 352 proprio dinnanzi alla squadra forse più abile nel mandare a memoria le giocate tra i reparti, è parso quasi un azzardo nonostante esistesse necessità espressa alla vigilia di agguantare nel bene o nel male i 3 punti, indispensabili per porre fine alla carestia di risultati.

Ora ci saranno 15 giorni per lavorare in tranquillità, tempo che dovrà essere utilizzato in modo costruttivo per preparare al meglio l’inserimento più strutturale anche di SAMARDZIC e SOPPY, due personalità calcistiche che non meritano di terminare a 0 il loro minutaggio settimanale.

La trasferta di Torino, contro una compagine dal potenziale equivalente, rappresenterà un bell’esame per il gruppo guidato da Gotti. Uscire dal Comunale con punti pesanti oltre ad una prova convincente, sapendo adattare moduli anche alternativi tra loro, oltreché poco prevedibili per un tecnico navigato come Juric, potrebbe dare ulteriore consapevolezza di forza ad un organico che sembra possedere tutte quelle potenzialità adatte ad uscire al più presto dalle secche di una classifica non ancora incoraggiante.

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