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Pussetto: “Il Racing? Io voglio rimanere qui”

L'Udinese aspetta Nacho Pussetto e Pussetto ha tutta l'intenzione di tornare ad essere il giocatore importante che, cause forza maggiore, l'Udinese ha potuto ammirare solo a tratti.
Monica Tosolini

L’Udinese aspetta Nacho Pussetto e Pussetto ha tutta l’intenzione di tornare ad essere il giocatore importante che, cause forza maggiore, l’Udinese ha potuto ammirare solo a tratti. L’argentino, intervistato da ‘Olè’, ha raccontato come sta vivendo il suo ritorno in Italia, rivelando la sua volontà di proseguire la sua carriera qui. Pussetto rientra dall’infortunio al crociato patito il 3 gennaio contro la Juventus e sta cercando la condizione ottimale: “Mi alleno con la squadra da più o meno due mesi e ho ottime sensazioni. D’altra parte, continuo a lavorare per continuare a rafforzarmi, in modo che non accada di nuovo. È un infortunio che ci si può lasciare alle spalle, ma bisogna sempre continuare a stare attenti e cercare di prendere precauzioni quando si torna in campo”.

Come va l’Udinese e cosa fai quest’anno? “Abbiamo iniziato molto bene. Avevamo lavorato molto nel precampionato. I risultati nelle amichevoli non sono stati dei migliori, ma eravamo consci delle capacità che aveva questa squadra. Penso che questa squadra stia per fare un passo avanti rispetto all’anno scorso, che è stato già molto buono. E personalmente, sono felice. Felice di giocare di nuovo. La mia speranza per quest’anno è di continuare così, conquistare la maglia da titolare e continuare ad aiutare la squadra.

L’addio di De Paul? “Dalla scorsa stagione sapevamo che c’erano possibilità che Rodri se ne andasse. Sapevamo anche che sarebbe stato difficile senza di lui. Rodrigo aveva la capacità di prendere tutto su di sè. Ma ci siamo detti che senza di lui dovevamo essere più squadra. Oggi siamo tutti più responsabilizzati e penso che stiamo facendo bene. La stagione è lunga, siamo solo all’inizio, ma dobbiamo continuare su questa strada”.

Come ti hanno cambiato la Serie A e la Premier? “In Serie A ho cambiato ruolo, rispetto a quando giocavo in Argentina. All’Huracán giocavo un po’ di più sull’esterno, svolgendo un ruolo offensivo, ma dovevo anche aiutare in fase difensiva. Con Luca Gotti gioco da centravanti e a volte da seconda punta, ma gli piace che io sia il riferimento. In Premier non ho avuto la possibilità di giocare così tanto, anche se ho imparato molto. È un calcio molto fisico, che non ti dà il tempo di pensare, e ha contribuito a migliorare la tensione in fase di ricezione della palla, nel senso di giocare veloce. In Premier il calcio è un po’ più veloce di quello italiano”.

Hai sentito la differenza di ritmo appena arrivato in Italia? “Sì, l’ho sentita. Fortunatamente sono riuscito a giocare subito e questo mi ha aiutato ad adattarmi più velocemente. Alcuni giocatori vengono in Europa e ci vuole tempo per adattarsi, hanno bisogno di tempo per giocare, e questo rende tutto più difficile. Nel mio caso, sono riuscito ad arrivare e iniziare a giocare subito e mi sono adattato più facilmente”. 

Perché sei andato al Watford e poi sei tornato all’Udinese? “Quando sono andato in Inghilterra, avevo bisogno di cambiare aria per ritrovarmi come persona e come giocatore. Che, qualche tempo dopo, il nuovo allenatore dell’Udinese mi abbia chiamato, mi ha fatto decidere di tornare. Inoltre sono diventato papà e Udine è una città molto tranquilla per poterlo crescere. Noi siamo molto felici”. 

Quanto sei stato vicino, prima di andare in Europa, al Boca? “A un niente. La dirigenza mi voleva. La possibilità di andare al Boca c’era. Ma all’epoca non volevo restare nel calcio argentino, ma venire in Europa”. 

E ultimamente si sono rifatti avanti dall’Argentina? “Non il Boca. Il Racing mi ha chiamato, ma io voglio proseguire la mia carriera qui. C’è stata l’occasione di parlare, sempre con un’ottima disponibilità. Anche se la mia idea è ancora quella di restare e non tornare. Oggi, la realtà è che sono molto felice qui e voglio rimanere”.

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