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Panchina Udinese, la lunga attesa

Mai come oggi, la famosa affermazione secondo cui “il destino di un allenatore dipende dai risultati” suona veritiera in casa Udinese.
Monica Tosolini

Mai come oggi, la famosa affermazione secondo cui “il destino di un allenatore dipende dai risultati” suona veritiera in casa Udinese. L’incertezza sul futuro della panchina dei friulani, che si sta protraendo molto oltre il termine della stagione, alimenta i dubbi su quella che potrà essere la decisione della proprietà sulla guida tecnica della prossima stagione.

Il valzer delle panchine in serie A è arrivato agli ultimi giri, ormai, e ciò che salta all’occhio è l’anomalia di quanto accade all’Udinese. Infatti, non si può non rimarcare come solitamente, da queste parti, le decisioni sulle conferme dell’allenatore siano arrivate in tempi molto stretti. Nell’ultimo decennio è accaduto così con Delneri, con Tudor e con lo stesso Gotti, la scorsa estate.

Per Delneri, che come Gotti aveva chiuso la stagione (era il 2016/17) in maniera non certo esaltante (l’ultima vittoria risaliva a più di un mese prima della fine del campionato), con un netto 5-2 rimediato a San Siro contro l’Inter (altra similitudine) erano passati appena due giorni tra la data dell’ultima partita, il 28 maggio, e quella dell’ufficialità della sua conferma, il 30 maggio.

Tudor, dopo la sua seconda salvezza a Udine, al termine della stagione 2018/19 ne ha attesi 4: l’ultima partita di campionato, Cagliari-Udinese 1-2, si era giocata il 26 maggio e il 30 è arrivata la nota ufficiale della sua conferma. E Luca Gotti, al termine della sua prima, anomala stagione alla guida dell’Udinese, è stato confermato 5 giorni dopo il termine del campionato che si era concluso il 2 agosto. Nel frattempo (come dimenticarlo?) c’era anche stato il tempo per veder diffondersi la voce che al suo posto sarebbe arrivato a Udine Leonardo Semplici. Allora si era parlato di ‘incomprensioni’ che avrebbero portato alla rottura con Gotti. Circostanza che non rispecchia, invece, l’attuale situazione.

Gotti ha più volte detto che lui dà la precedenza all’Udinese e così ha fatto in religiosa attesa della chiamata di Gino Pozzo, che gli ha dato alla fine appuntamento a ieri sera.

Tornando indietro nel tempo, però, va detto che è già capitato che la proprietà friulana si sia presa qualche giorno in più per prendere la decisione migliore: solitamente, però, aveva optato per il cambio.

Era accaduto anche dopo l’addio di Guidolin: il tecnico di Castelfranco Veneto tenne la conferenza di commiato dalla panchina bianconera il 20 maggio 2014. Forse anche per rispetto a lui, che tanto ha dato alla causa bianconera, l’Udinese attese fino al 4 giugno per ufficializzare Andrea Stramaccioni. Starmaccioni che, l’anno successivo, era certo della conferma fino a poche settimane dal termine della stagione. Le 4 sconfitte finali, però, gli costarono il posto. Il 31 maggio perse a Cagliari 4-3, il giorno dopo venne ufficializzato il suo addio e, ancora il 4 giugno, fu nominato Stefano Colantuono come nuovo allenatore dell’Udinese. L’ex Atalanta fu poi sostituito in corsa da De Canio che pure, dopo i successi su Napoli e Fiorentina, era convinto di poter rimanere. Ma il finale di quella stagione fu surreale: il 15 maggio, nella serata dell’addio di Totò all’Udinese, il Carpi espugnò il ‘Friuli’. Quattro giorni dopo fu diffuso il comunicato della mancata conferma di De Canio e nello stesso giorno fu nominato nuovo allenatore dell’Udinese Beppe Iachini. Il tecnico marchigiano durò poco. Ad inizio ottobre iniziò il periodo di Delneri, confermato poi per la stagione successiva con le tempistiche descritte sopra nonostante un finale di campionato che, anche per lui, fu poco soddisfacente.

La scelta di continuare con lui non pagò: fu sostituito con Oddo e poi Tudor. Al termine di quella stagione il croato non fu confermato. I saluti gli arrivarono il 26 maggio, Velazquez fu ufficializzato il 7 giugno. Anche allora, triplo cambio con Nicola allenatore intermedio e ancora Tudor per il finale. Il croato fu confermato, e l’Udinese tenne la stessa linea poi con Gotti. Pare che anche stavolta il mister di Contarina la spunti sui vari Zanetti, Maran e Inzaghi. Ma nel frattempo, ha già dovuto aspettare più di due settimane dal termine della stagione.

L’importante è che la fiducia nel prescelto sia totale e non ceda davanti alla tentazione di ribaltoni tra ottobre e novembre, richiamando alla mente situazioni già vissute in tempi non troppo lontani.

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