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Nicolas e Pussetto

Veniamo subito al punto.
Monica Tosolini

Veniamo subito al punto. Domenica abbiamo vinto a pochi minuti dalla fine contro una squadra falcidiata da infortuni e covid, giocando molto peggio rispetto alle sfide contro Verona e Roma. Abbiamo rischiato addirittura di perdere su certi contropiedi ducali. Il tutto per delle scelte che, a mio parere, di tecnico hanno poco.

Sembra ormai assodato che a Udine un ragazzo come Scuffet, che preferì la maglia bianconera a quella dell’Atletico Madrid, non possa trovare spazio. A lui era stato preferito Bizarri, a lui è stato preferito Nicolas. Eppure era più che evidente che i problemi difensivi dell’Udinese di Delneri non erano colpa sua; eppure è chiaro, è lampante che il ballottaggio con Nicolas non potesse dipendere da un ‘confronto tecnico’.

Sono dell’idea che su entrambi i gol del Parma Nicolas non sia esente da colpe. Sul primo ha battezzato il pallone che, senza troppa velocità, si è insaccato nell’angolino. Era anche posizionato male. Sul secondo non è uscito su un cross che ha attraversato l’area piccola. Peggio che peggio, alla fine del primo tempo è uscito a farfalle e dobbiamo ringraziare un redivivo Ter Avest che ha dimostrato di non essere uomo di fascia, ma discreto difensore se tenuto là dietro. Mi piacerebbe sapere cosa ha convinto mister Gotti a schierare il brasiliano come titolare.

Mi sa che è meglio metterla così: Scuffet a Udine non ha fortuna. Per avercela deve andare altrove ed io gli auguro due cose. La prima, egoisticamente, che nelle prossime partite, fino a che non torna Musso, sia lui il titolare. La seconda, che a gennaio venga ceduto. Ho visto le sue ultime partite con lo Spezia l’anno scorso: è cresciuto in personalità, è cresciuto nelle uscite e nel guidare la difesa e fra i pali non aveva bisogno di migliorarsi, ma solo di trovare continuità, come tutti i portieri. Scorrendo la lista dei portieri di serie A, Simone potrebbe giocare tranquillamente titolare in almeno cinque o sei squadre. Almeno… del resto, l’anno scorso Meret faceva panchina al Napoli. I misteri della vita…

Ma la partita contro il Parma ha portato alla ribalta anche un lieto ritorno: quello di Pussetto. Se l’Udinese stava mandando alle ortiche una partita contro una squadra che più falcidiata non si può, ecco che a salvare baracca e burattini ci ha pensato Pussetto, il Nacho!

I bianconeri quest’anno hanno una rosa piena di qualità e Gotti, nell’ultima mezzoretta scarsa, ha messo in campo una squadra intelligente. Okaka a fare da boa (il ragazzo ha giocato un primo tempo assolutamente insufficiente e una ripresa discreta, specie dopo il cambio di modulo) e dietro vari giocatori a inserirsi. Del resto, abbiamo Pereyra, Deulofeu, Forestieri, De Paul solo per citare i principali. Anche Lasagna potrebbe essere un quinto di centrocampo a sinistra per gli inserimenti. Il più è: Okaka la smetterà di buttarsi per terra e tornerà il guerriero che abbiamo ammirato al suo arrivo a Udine? Gli ultimi venti minuti, dove teneva palla e appoggiava gli inserimenti dei compagni, sono stati di una qualità che non vedevamo in lui da più di un anno.

In conclusione, l’Udinese purtroppo è questa: scelte incomprensibili e tanta qualità. E questa volta sì, un pizzico di fortuna. Avessimo pareggiato o il Parma avesse tirato ancora in porta, quando la nostra difesa viveva di ansia ad ogni discesa ducale, cosa diremmo ora? In una squadra ci sono delle gerarchie: devono giocare i migliori. Punto. E’ lo sport, è così. A Udine non sempre è stato così… con Danilo, con i tanti cambi di allenatore ed ora con il portiere. Speriamo che per prendere determinate decisioni, in futuro, si pensi alla maglia e non ad altre logiche, qualunque esse siano.

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