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L’Udinese prova a giocare, una Fiorentina pragmatica vince

L’Udinese si ripresenta dopo solo 65 ore e una trasferta da assorbire sul campo di gioco
Monica Tosolini

L’Udinese si ripresenta dopo solo 65 ore e una trasferta da assorbire sul campo di gioco, per affrontare una Fiorentina più riposata di 48 ore nel recente passato capace di espugnare sia il campo di Bergamo che quello del Genoa; un due su due in grado di non far dormire sonni tranquilli a Gotti che arriva peraltro alla sfida dopo due sconfitte consecutive. Nel merito riteniamo che la società si sarebbe dovuta opporre a tale situazione di calendario, puntando ragionevolmente al posticipo del lunedì – Lazio e Roma (a pari condizioni) ne hanno ottenute 72 !

Tant’è… Gotti sceglie SOPPY e BETO dal primo minuto, optando per ARSLAN in mezzo in luogo di MAKENGO. Si parte sotto ritmo sino a che la Fiorentina non trova un rigore insperato per un discutibile fallo di WALACE su Bonaventura. L’arbitro ignora colpevolmente una precedente irregolarità di Vlahovic che salta appoggiandosi su BECÃO, il quale giustamente protesta; lo stesso prima ignora, poi viene chiamato a visionare il Var e clamorosamente tuttavia, vede solo il fallo di WALACE. Sul dischetto va l’infallibile serbo di Belgrado che anche in questa circostanza castiga l’estremo avversario. La Fiorentina forte del vantaggio si accontenta di gestire la frazione lasciando il pallino del gioco ad un’Udinese apparentemente scarica e incapace di dare intensità alla manovra oltre che scalare le marcature come chiesto dal tecnico. Finisce così il primo tempo con l’impressione marcata di aver gettato alle ortiche 45’ di gioco (concetto ribadito anche da DEULOFEU nel post gara).

Alla ripresa la volontà sembra maggiore, la lucidità non sempre in verità. Le ispirazioni arrivano quasi tutte la DEULOFEU nel rinnovato 4231, giocatore molto dotato sul piano tecnico che copre l’intera fascia sinistra, le cui giocate paiono quasi imprendibili per i giocatori viola in maglia gialla. Anche BETO pare avere la gamba giusta e l’animo necessario, pur dovendo pagare un prevedibile tributo al fattore esperienza. Generoso e veloce il portoghese, forse non ancora efficace come ci si augura, quando sul finale posizionato sul centro area dopo una gran occasione generata dal catalano, si vede ribattere il tiro sotto misura a colpo pressochè sicuro. Sfortuna sì, un po’ di inesperienza anche, ma il ragazzo si farà; peccato per il gol mancato che lo avrebbe consacrato agli occhi dei tifosi.

Dragowski, l’estremo viola, si è opposto da par suo in quelle 3,4 circostanze in cui è stato chiamato in causa, con buona efficacia, ribattendo quasi sempre le conclusioni friulane. Peccato sia sempre mancato quel guizzo necessario o la freddezza del killer in casa bn, nonostante gli ingressi progressivi di PUSSETTO, MAKENGO entrati in avvio ripresa, oltre a UDOGIE, MOLINA, SAMARDZIC.

Certo l’arbitro non è parso affatto benevolo nel giudicare i ripetuti falli di Quarta in area di rigore prima su DEULOFEU e poi su BETO, ma scagliarsi contro il direttore di gara per la sconfitta subita sarebbe esercizio scarsamente propedeutico per il proseguio del torneo. Se Napoli e Roma potevano sulla carta avere maggiori qualità dei nostri giustificando altrettante sconfitte, con la Fiorentina si doveva e poteva fare di più, e meglio! Un pari rappresentava in fondo, il minimo sindacale.

Anche questa volta si esce dalla contesa con il rammarico di non aver raccolto quanto potuto. Conforta altresì vedere la crescita imperiosa di Gerard DEULOFEU, un giocatore dalle qualità tecniche eccelse, che sembra calarsi sempre più nel ruolo di leader naturale. Dovrà divenire necessariamente lui il nostro riferimento tecnico, il faro, così come lo fu De Paul in passato, almeno in attesa della maturazione tattica di BETO e SAMARDZIC oltre al recupero fisico del Tucu. Lo stesso MAKENGO sta bene e sembra un giocatore in continua crescita, a nostro avviso meritevole di titolarità.

Insomma Gotti si trova a gestire un gruppo in crescendo di personalità che sta tuttavia pagando un sensibile dazio alla concretezza. In casa della Samp, il tecnico dovrà affidarsi come presumibile, al genio di questo DEULOFEU, saper variare sul consueto canovaccio tattico, oramai leggibile da ogni avversario, ed evitare di commettere l’ennesima negligenza di regalare i consueti 45’ di gioco, compromettendo un atteggiamento non sempre irreprensibile.

La fase di non possesso normalmente regge, i 4 esterni in organico possiedono qualità sufficienti per generare occasioni da gol maggiormente strutturate qualora si riesca però ad arrivare a fondo campo. L’Udinese appare ai nostri occhi come una F1 alla ricerca delle esatte regolazioni per interpretare al meglio il circuito da affrontare. Buttare un po’ prima il cuore oltre l’ostacolo sarebbe di buon auspicio, evitando di uscire con le solite recriminazioni. È forse esagerato poi, pretendere che la squadra si possa esprimere compiutamente per gli interi 90’ di gioco?

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