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L’Udinese non sa più vincere

La trasferta in terra felsinea nel giorno dell’Epifania, quale ennesimo crocevia della stagione.
Monica Tosolini

La trasferta in terra felsinea nel giorno dell’Epifania, quale ennesimo crocevia della stagione. Partenza del torneo stentata vero, ma il bel filotto di 6 gare con relativi 12 punti in saccoccia, aveva francamente illuso un po’ tutti. I 2 soli punti ottenuti nelle successive 4 gare, hanno in ultimo amaramente riportato qualsiasi tipo di fantasia alla proletaria quotidianità. Uscire con punti pesanti dal Dall’Ara, potrebbe significare poter guardare con moderata fiducia al futuro, incassare un ulteriore botta viceversa, significherebbe aggravare con giustificata preoccupazione una classifica che obbligherebbe a guardarsi le spalle. La perdita dell’attaccante più in forma, ovvero Nacho PUSSETTO, cui auguriamo pronta guarigione dopo il riuscito intervento al crociato, e alla quale si aggiungono quelle di OKAKA il cui rientro è previsto non prima di fine gennaio, e di DEULOFEU dolorante al piede, limita ulteriormente le potenzialità di un reparto, endemicamente incapace di eccellere in prolificità.

Urge inventare tatticamente qualcosa, auspicando che un’ulteriore attaccante possa venir messo a disposizione di Mr. GOTTI. Anche Miha nell’altro versante non se la passa poi tanto meglio; perde De Silvestri e Dominguez per squalifica, Skorupski e Sansone per infortunio, ed è costretto a convocare ben 4 primavera per far numero. Il serbo pare abbia ripetutamente invocato in funzione dell’imminente mercato di riparazione, almeno un centrale di difesa oltre ad una punta di peso. La striscia negativa che vedeva la squadra rossoblu subire almeno una rete a partita da 41 turni, si è estinta a fine novembre contro il Crotone (1-0), non vince da 4 turni, ma il buon lavoro tattico recentemente svolto, trova testimonianza nel secondo clean sheet, ottenuto attraverso il pari a reti bianche di domenica al Franchi.

In casa bianconera GOTTI recupera finalmente l’olandese OUWEJAN finito inopinatamente ai margini della rosa; auguriamoci che il 24.enne di Alkmaar sia almeno pronto a far rifiatare il connazionale ZEEGELAAR, peraltro migliorato significativamente in questo scorcio di stagione, dimostrando tutte le qualità in parte intraviste nella primissima parte di torneo. Scontata la squalifica, BECÃO riprende il suo posto dirottando BONIFAZI al centro della difesa. In avanti spazio al recuperato FORESTIERI chiamato a supportare KL15 in una sorta di 3511 stile Olimpico, e conferma in mezzo al campo per WALACE, uno dei migliori a Torino. Ancora fuori in avvio, tre giocatori importanti quali ARSLAN, MANDRAGORA e MOLINA.

La gara parte con ritmi poco esaltanti, e portieri di fatto inoperosi. La sblocca poco prima di metà frazione il giapponese Tomiyasu, con preciso colpo di testa su gran piazzato di Orsolini, castigando una difesa bn pressoché immobile (NUYTINCK dove sei ci viene da esternare …)! GOTTI non è affatto persuaso dai suoi, che appaiono lenti e senza idee propositive. Fortuna vuole che appena effettuato il cambio tattico dì NESTOROVSKI per FORESTIERI appena superata la mezz’ora, la squadra trovi il pari con un colpo di testa ravvicinato di PEREYRA su ribattuta dilettantesca di Da Costa. Il pari ritrovato dura però appena qualche minuto; la difesa friulana pare aver perso ogni certezza da qualche partita in qua, impacciata come raramente visto, tanto che Svamberg su traversone di Palacio e assist di Barrow non aveva difficoltà da 10 metri a trafiggere MUSSO. La frazione si chiudeva sul 2-1 per i padroni di casa, con un’Udinese che tendeva a sollevare più di qualche interrogativo. Ciò che emerge chiaramente dalla frazione, è un giro palla molto lento con giocatori che toccano la palla più volte, rallentando i tempi di gioco. Peraltro le riconosciute qualità individuali servono a poco se i tempi di gioco non si sveltiscono quanto necessario a mettere in inferiorità numerica gli avversari. Per approccio e lettura tecnico-tattica, primo tempo da 4.

Basta qualche qualche minuto in avvio di ripresa, per stravolgere però il quadro tattico. Svamberg autore del vantaggio rosssoblu, controlla male in disimpegno commettendo un fallo che gli costa il secondo giallo. Con l’uomo in più inizia il monologo bianconero proteso alla ricerca del pari. MUSSO potrebbe anche andare in vacanza, tanto la squadra di Mihajlovic si rintana davanti a un Da Costa, mai apparentemente sicuro negli interventi.

La pressione sembra aumentare con il passare dei minuti, ma con i padroni di casa chiusi a riccio trovare lo spunto vincente non appare così semplice. Il palleggio continuo, ma poco rapido non dà profondità alle punte, gli esterni non arrivano sul fondo tanto che GOTTI dopo aver inserito ARSLAN e MANDRAGORA inserisce appunto i due esterni OUWEJAN e MOLINA verso cui andrebbero chiesti spinta e maggior coraggio per cercare il cross dalla linea di fondo. In molte circostanze pur con campo a disposizione si tende a tornare indietro anziché provare ad andare sul fondo.

Quando lo sconforto generato dall’incapacità di scalfire il bunker, sembra prevalere sulle speranze – nemmeno il 9º legno stagionale su tiro di MANDRAGORA riesce ad andare a segno – ecco che dal piede di ARSLAN, elemento che a nostro avviso dovrebbe giocare con maggiore continuità, nasce un diagonale deviato da Hickey che va ad insaccarsi alle spalle del portiere brasiliano ad appena 120” dal fischio finale. Pari ampiamente meritato, secondo tempo discreto al netto dell’uomo in più, ma che fatica! Finisce 2-2, con un pari giusto ma con diverse riflessioni da fare.

È necessario inventare qualcosa – nel finale di Bologna per esempio GOTTI è passato al 442 con il Tucu esterno alto – non solo per il presente ma anche per il futuro, perché se è vero che tatticamente seppur con l’uomo in più, la squadra ha dominato, è altrettanto vero che il gol delle punte arriva quasi esclusivamente su azione di ripartenza rapida. È sin troppo evidente che manchi l’opportunista da diversi anni a questa parte, che la sola torre offensiva in organico si fermi 2 mesi per un edema, che il velocista capace di inquadrare la porta termini la stagione anzitempo per un crociato; beh…. cos’altro potrebbe mancare ancora? Ah già, il fuoriclasse catalano bloccato a Udine da un pestone! Lasciamo perdere i recuperi dei difendenti NUYTINCK e PRÖDL, verso i quali dovremo accendere un cero alla madonna, specie per l’olandese, la cui assenza inizia a pesare tremendamente – chiedere a MUSSO per conferma in merito agli equilibri di reparto.

La squadra possiede dei valori tecnici indubbi, lo stesso Mihajlovic ha riconosciuto qualità superiori rispetto all’organico a propria disposizione, ma è fuori discussione che: a) si segna poco e quasi sempre e solo in contropiede – b) non si inventa nulla da palla inattiva – un solo gol, record negativo – c) si porta palla con diversi tocchi in più del necessario – d) si corre meno di tutti – e) non si cerca con intensità il gol del vantaggio capace di mettere la gara tatticamente in discesa – f) gli esterni non arrivano quasi mai sul fondo per il cross verso gli accorrenti – g) i molti, troppi infortuni, necessitano di tempi sin troppo dilatati per il recupero – h) mancano opportunisti e torri in avanti – i) raramente si scorge negli uomini il “burning desire” tipico dei vincenti!

Cosa fare allora per dare senso ad una stagione che ha maturato sino ad ora 16 punti in 15 gare, ovvero in media con i vituperati 40 punti stagionali? Dietro in classifica, Crotone, Parma, Spezia, Torino, Genoa, Cagliari in parte, qualche problema lo manifestano. In avanti almeno 9/10 squadre dimostrano un passo superiore al nostro e salvo crolli ben difficilmente si potranno agguantare.

Se allora l’ambizione rimane quella di programmare un futuro un po’ più sereno, serve necessariamente una punta di livello, preferibilmente abile dentro l’area di rigore, capace di tenere palla e tradurre in realizzazioni le diverse palle vaganti che tracciano l’area avversaria. Forse un elemento alla Nzola o alla Destro, ai tempi “smarrito” ma che GOTTI chiedeva espressamente ad inizio stagione, giocatore che oggi il Genoa non mollerà più, potrebbe incarnare quelle caratteristiche tipiche del giocatore a nostro avviso divenuto imprescindibile al nuovo scacchiere tattico bianconero.

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