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L’Udinese entra nel tunnel

L'Udinese entra nel tunnel, che non è quello del divertimento come parafrasava Caparezza qualche anno fa, ma quello della sofferenza, dell'agonia e della paura.
Monica Tosolini

L’Udinese entra nel tunnel, che non è quello del divertimento come parafrasava Caparezza qualche anno fa, ma quello della sofferenza, dell’agonia e della paura. La squadra, nella sfida che doveva sancire la ripartenza obbligata alla ricerca dei tre punti, ruzzola a terra in un modo che fa rumore, non tanto per le dimensioni del risultato, visto che si tratta di una sconfitta di misura, ma per come esso stesso è maturato. La partita è stata un condensato di sliding doors, e l’Udinese è riuscita nell’impresa di centrare tutte le porte sbagliate, quelle che conducono a questo tunnel stretto e buio, dal quale ora sarà difficile rialzarsi e riprendere ad essere se stessi.

Come la vittoria rafforza il successo, la sconfitta rafforza la sconfitta e se prima l’Udinese almeno il punticino riusciva a conseguire, tanto è vero che sembrava affetta da pareggite, sindrome fastidiosa ma che almeno muove la classifica, adesso l’Udinese rimedia per la prima volta due sconfitte di fila, evento mai accaduto in questo campionato, prima con una Juve povera di contenuti anche se vincente, che il Napoli ha fatto presto a screditare, e ieri contro un incerottato Bologna.

Se prima ci si poteva vantare di aver perso solo 3 gare su 15, due delle quali contro big di livello assoluto, adesso il discorso prende una piega preoccupante; pare evidente che la squadra che prima non era confortata dai 3 punti, ma che spesso sul campo magari li avrebbe anche meritati in varie sfide in virtù della mole di gioco espressa, nel momento in cui avrebbe dovuto invertire il trend facendo leva sulle prestazioni, che anche secondo Sottil, non erano quasi mai mancate, è venuta a meno , stroncata dalla paura di vincere e di fare suo un risultato che finalmente dopo tanto tempo si era incanalato nel verso giusto.

Succede di avere paura di vincere. Succede se è da troppo tempo che non accade.

Quello che preoccupa è che alla squadra domenica siano tremate le gambe nonostante un inizio di gara più che promettente, e nonostante sia stata la prima a sbloccare la contesa, altro tema sul quale negli ultimi tempi si erano spesi fiumi d’inchiostro e sul quale ieri finalmente sembrava essersi trovato una soluzione. Si diceva, manca segnare per primi per poi sfruttare le sgroppate di Beto in campo aperto, con gli avversari che finalmente si devono scoprire per rincorrere. Ebbene l’Udinese ieri ha fallito anche in questo particolare.

Tutto ciò è struggente. Abbiamo parlato della partita degli sliding doors. E’ stato proprio così, solo che a perdere il treno per la vittoria non è Gwyneth Paltrow ma la creatura di Sottil. Qua si tratta però di perdere tutti i treni che passano in stazione.

I primi 30 minuti di partita raccontano di un’Udinese dominante, veloce, dinamica, con le idee chiare, che riesce a mettere alla berlina un Bologna frastornato: si notano le consuete sovrapposizioni di Becao a destra, servito da filtranti di Pereyra e Lovric, un Success che si muove molto in orizzontale ad apire il gioco e difendere palla, un Udogie scatenato in fascia mancina che ben si accoppia con le percussioni centrali di Makengo che riesce anche ad andare al tiro. Beto la sblocca quasi subito, dopo aver spaventato due volte la porta di Skorupski, con un pregevole piatto mancino su meraviglioso cross di Success. Il Bologna di suo non riesce a costruire nulla, e solo su una palla persa di Lovric in mezzo riesce a ripartire ed a spaventare la porta di Silvestri con uno scavino di Orsolini mal dosato.

Anche questo poteva essere un primo punto di svolta della gara: si era ancora sullo 0 a 0 e l’Udinese avrebbe rischiato di andare di nuovo sotto per prima. Il destino però ha disegnato per la squadra di casa una nuova trama, più subdola e velenosa. L’Udinese riesce ad essere padrona di se stessa in quella prima mezz’ora di alto livello, dove al 14′ avrebbe anche trovato il raddoppio al tramonto di una bellissima trama: Lovric verticalizza per Success, servizio nello spazio per Becao che crossa per Beto il quale da sottomisura mette dentro il secondo gol di giornata. Tutto bello, fin troppo, sembra davvero la giornata giusta per tornare all’agognato successo. Purtroppo Becao è oltre la linea di un polso, e tutto viene vanificato.

Ecco un altro punto di svolta della gara. L’Udinese comincia a perdere convinzioni; prosegue a giocare ma dalla mezz’ora il Bologna, schierato con due incursori alti e larghi Orsolini a destra e ​ Aebischer a sinistra, con Sansone finto nueve i cui movimenti il tridente difensivo di casa non riesce mai a leggere, lascia intendere che comincerà una nuova gara. Come se non bastasse Makengo e Walace non riescono a filtrare a dovere in mezzo. Così ecco Bjiol salvare alla disperata sulla deviazione da sottomisura di Sansone, con lo spettro di un fallo di mano a fornire lavoro alla Var, e il gol annullato sempre a Sansone, sul quale Becao mostra a tutti i difensori del globo come non si dovrebbe marcare una punta che taglia in area ovvero rimanendogli alle spalle. Il tutto era nato da una spizzata di Aebischer a mettere fuori tempo la difesa di casa. L’Udinese soffre terribilmente le spizzate sul primo palo da parte degli avversari, quelle che fanno muovere fuori tempo l’intera difesa. Non da ieri a dire il vero. Sarà sempre in questo modo con il quale il Bologna sancirà il sorpasso nella ripresa, sugli sviluppi di un corner. La spizzata sul primo palo stavolta lascia tutto solo tale Posch che deposita facile facile in rete. Il pari era stato servito da Sansone, sempre lui, pescato con un tocco magistrale di Moro, che fa fare la figura delle belle statuine a tutta la difesa di Sottil. Nel frattempo l’Udinese aveva perso i suoi treni per far cambiare le sorti della gara; ancora sullo 0 a 0 Udogie dopo una pregevole penetrazione centrale e doppia combinazioe con Success e Pereyra era riuscito a fallire un rigore in movimento. Samardzic speso da Sottil all’ora di gioco, aveva spaventato da lontano con il suo sinistro velenoso Skorupski sul risultato di parità, mentre Success era riuscito a non centrare la porta da pochi metri dopo una conclusione di Pereyra respinta, quando il Bologna aveva già operato il sorpasso.

Gol falliti che gridano vendetta; cose già viste nel passato recente, a Cremona, con il Lecce in casa, con l’Empoli solo pochi giorni prima. Ogni gol sbagliato davanti alla porta da parte dei bianconeri, rappresenta sempre un ricostituente per il morale degli avversari, che vedendosela sempre scampare bella ci credono e ci crederanno sempre, fino a portare via punti, anche tutti quelli in palio. Ciò che pare evidente nel secondo tempo di ieri dell’Udinese è la paura di vincere che aleggiava sulle menti degli uomini di Sottil.

Succede quando è da troppo tempo che non vinci, e il risultato è ancora in bilico sull’1 a 0 e non messo al sicuro. Il Bologna è stato molto più lucido nel fiutare la paura dell’Udinese come uno squalo fiuta il sangue della preda. La testa dei bianconeri si è dimostrata fragile e pavida. I segnali di ciò? Becao che centra tre volte un avversario nel tentativo di spazzare un pallone in controllo in area, Silvestri che sbaglia 3 rinvii di seguito con Udogie girato di schiena; Walace che sbaglia appoggi in serie per vie orizzontali.

L’Udinese non ha solo commesso gravi errori nelle due aree avversarie, dove si determina il risultato, ma ha perso anche tantissimi palloni in mezzo e sugli esterni, specie dal lato di Udogie in costante difficoltà a difendere su Orsolini che godeva del raddoppio di Posch. Il secondo tempo è stato un condensato di errori che il Bologna ha saputo portare a suo vantaggio con una lettura della gara più lucida, cinica e tecnicamente impeccabile. Il risultato dei felsinei non è macchiato, è pulito e meritato.

Il ritiro annunciato da Pereyra a fine partita certifica la necessità da parte del gruppo squadra di recuperare la serenità ed antiche certezze. Domenica, dopo una buona prima mezz’ora, dove si era ammirata l’Udinese bella di inizio stagione, all’improvviso si era spenta la luce. Non può accadere alle prime difficoltà. La mancanza di successi ha reso fragile l’anima della squadra di Sottil, e se è così il primo nemico dell’Udinese è l’Udinese stessa. Sono soluzioni che si possono trovare solo scavando dentro l’animo dello spogliatoio. Da li sono uscite cose egregie a lungo; adesso escono solo fantasmi. I bianconeri dovranno essere gli esorcisti di loro stessi.

Da questo tunnel si può uscire solo facendo quadrato e recuperando serenità e consapevolezza.

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