Home » Le ragioni di una sconfitta

Le ragioni di una sconfitta

Il punto di forza dell’Udinese è la fase difensiva, la difesa in particolare.
Monica Tosolini

Il punto di forza dell’Udinese è la fase difensiva, la difesa in particolare. Perché i nostri difensori possano giocare al meglio necessitano di spazi stretti. Becao e Nuytinck sono fra i migliori di serie A nell’uno contro uno nello stretto; se presi in velocità perdono le loro qualità. Idem Bonifazi. Per chi si chiedesse come mai partiamo arretrati nella prima mezzora, ecco spiegato il perché. Semplicemente, senza Delofeu e Pussetto non possiamo permetterci altro. Almeno che qualcuno non voglia pensare che Llorente sia un bomber, che Pereyra possa segnare un gol a partita, che Okaka non faccia fatica ad andare in doppia cifra.

Ma torniamo alla difesa. É il nostro punto di forza: l’ottava della serie A nonostante l’infortunio di Nuytinck che è durato quasi per tutto il girone di andata. Abbiamo invece il sedicesimo attacco (se non ricordo male a gennaio era il diciottesimo…) E’ ovvio che non possiamo basare le partite sulla fase d’attacco, ma sul contenere e partire in contropiede. Credo che tutti si ricordino una intervista di Gotti, dopo una partita giocata bene sia da Delofeu che da Pussetto (non ricordo quale però) dove diceva che avrebbe voluto cambiare l’identità tattica della squadra, renderla più offensiva, con un gioco palla a terra. I giocatori in rosa ci sono: De Paul, Pereyra, Pussetto, Delofeu, Molina, Arslan… ma se poi sono spesso infortunati cosa vuoi fare? È come non averli… Se basi la partita sulla densità (ora va di moda dire così) difensiva, chi sta a centrocampo deve chiudere gli spazi davanti ai tre baluardi là dietro.

Ed ecco che la partita contro l’Atalanta ha dimostrato che non siamo ancora pronti per un centrocampo con De Paul e Pereyra sulle mezzali. I due argentini sono molto bravi ad offendere e meno a difendere. De Paul poi, nelle ultima partite, torna sempre meno a recuperare palla. Sarà in debito d’ossigeno? Per tutto il primo tempo l’Atalanta di un bravissimo Gasperini attaccava la nostra fascia destra dove né MolinaDe Paul tornavano ad aiutare Becao. Il brasiliano, ottimo nello stretto, se preso in velocità le perde tutte o quasi. Forse sarebbe stato meglio avere un Arslan in più a centrocampo, come mezzala sinistra, in modo da poter far scivolare a destra Walace quando De Paul avanzava.

Il problema contro l’Atalanta è stato il nostro centrocampo, precisamente nelle due mezzali. La nostra mediana non si muoveva mai o quasi in orizzontale (o diagonale che sia) lasciando buchi a tutto andare.

Due gol su tre nascono da buchi sulla mediana; il primo è colpa di una papera di Musso (l’ennesima, ahimè, sotto le gambe). Il portiere argentino purtroppo ha dei limiti che fa fatica a superare. Ottimo in mezzo ai pali, sicuramente uno dei migliori di serie A, dovrebbe imparare un po’ da un portiere passato di qua tanti anni fa, Garella. Ogni anno prende molti gol sotto le gambe: se vuole ambire a una grande squadra deve per forza migliorare. Anche nelle uscite visto che è finito a terra con Muriel che gli nascondeva il pallone, quando doveva esitare e seguirlo.

Ma se sul primo gol ha colpe notevoli, sul secondo è la fase difensiva che non ha funzionato. Dopo tutto non si può chiedere sempre a Musso di fare i miracoli. L’Atalanta ci ha preso in velocità con passaggi in verticale o diagonale. Loro giocano a memoria, noi non abbiamo difeso a memoria come in altre partite, come all’andata per esempio… E molte colpe le ha anche Gotti: la formazione era sbagliata. Il centrocampo era troppo fantasioso ed ha lasciato buchi, De Paul torna poco e pare che fra lui e Molina ancora non riescano a capire quando copre uno e quando l’altro. Non era una partita da attaccare, non lo è mai con i nostri attaccanti poco prolifici, figurarsi contro i bergamaschi.

Altro errore è stato puntare su Okaka e Braaf davanti. Praticamente abbiamo giocato tutto il primo tempo con una sola punta, per di più non ancora in forma decente. Il colored italiano si è “sbattuto” come sempre, ma non è stato mai supportato dal giovane Braaf, che anzi in più di una occasione lo ha disturbato. Al che mi chiedo se nei settori giovanili insegnino agli attaccanti a rispettare le distanze, sia in verticale che in orizzontale, se gli insegnino a incrociare. Sono movimenti base, semplici, che ancora il nuovo arrivato non ha. Emblematica una palla spizzata magnificamente da Okaka nel primo tempo, con Braaf che si trovava addirittura più indietro del nostro. Palla in uno spazio senza difensori bergamaschi e nessuno che si butta in avanti. Il ragazzino si farà, ha mezzi, ma ecco accontentato chi pensa che basti avere potenzialità per diventare subito un giocatore importante. ​

La verità è che questa Udinese non può prescindere da un Llorente prezioso come l’acqua nel deserto; lo abbiamo visto tutti come è cambiato il gioco con lui in campo. E poi, mia opinione personale, sarebbe meglio dare qualche possibilità in più a Nestoroski. Altrimenti meglio l’inserimento di un combattente come Arslan sulla mezzala sinistra e lo spostamento di Pereyra di punta.

Ultima postilla: ho controllato quanti nostri giocatori hanno segnato gol. Sono quattordici. Poche squadre di serie A hanno così tanti marcatori. Se non possiamo avere delle punte in doppia cifra per motivi prettamente fisici (gli infortuni di Pussetto e Delofeu, l’arrivo tardivo ma gradito di Llorente che sarebbe per questi la spalla ideale), abbiamo una squadra che riesce a segnare portando in avanti molti giocatori. Meglio partire chiusi e buttarsi nei contropiedi, stancare l’avversario e poi colpirlo. Spero che Gotti analizzi le ultime due partite con occhio critico. C’è da imparare e da aggiustare qualcosa; piccole cose ma basilari.

Fuarce Udin

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia