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Inter superiore, ma l’Udinese pone interrogativi

L’Udinese a San Siro nel lunch match domenicale, si presenta dopo 4 pareggi consecutivi ed altrettanti punti ottenuti nelle ultime 7 gare.
Monica Tosolini

L’Udinese a San Siro nel lunch match domenicale, si presenta dopo 4 pareggi consecutivi ed altrettanti punti ottenuti nelle ultime 7 gare. Punti difficili da racimolare in una San Siro dal bel colpo d’occhio.

Gotti rilancia sorprendentemente JAJALO in luogo di WALACE davanti alla difesa, e lascia DEULOFEU in panchina premiando ancora SUCCESS. MAKENGO viene preferito ad ARSLAN. Sempre indisponibile PUSSETTO.

La partita, come prevedibile, vien fatta dai padroni di casa il cui tasso tecnico impone l’imprinting alla gara. Barella pare esser l’uomo più in forma tra i nerazzurri, tanto da impegnare SILVESTRI in un paio di occasioni ove l’estremo reggiano si impegna a dovere. L’Inter preme, ma la fase difensiva bianconera non sempre impeccabile in verità, regge. Primo tempo che si chiude sul nulla di fatto, lasciando comunque la netta impressione che i valori in campo non siano paragonabili.

Alla ripresa la squadra di Inzaghi spinge forte sull’acceleratore mentre gli uomini di Gotti tendono all’arroccamento davanti al portiere. Curioso poi sia proprio il peggiore in campo sino a quel momento, alias Correa, ad infilare l’impotente SILVESTRI all’ora di gioco. La conclusione sotto misura dopo un’azione personale definita dai 10 metri risulta imparabile per l’estremo bn. La squadra di Gotti prova per conseguenza una flebile reazione, anche attraverso l’ingresso di un intraprendente DEULOFEU; purtroppo però il colpo ferale arriva sempre per merito dell’ex Lazio appena pochi minuti dopo. Stoccata dal limite del sostituto di Lautaro e 2-0 che chiude di fatto la contesa.

A poco serve il forcing finale bn capace di raccogliere solo una rete viziata da fuorigioco da parte di UDOGIE, entrato poco prima.

Forse non era proprio la partita in programma in casa dei campioni d’Italia a dover imprimere la svolta di stagione. Il prevedibile approccio alla gara non si é steccato, ma la differenza di valori tra le squadre si é palesata con il passare dei minuti emergendo nella propria integrità.

Rimane comunque il rammarico di non aver ammirato nemmeno in questa circostanza, il valore di un SAMARDZIC che con un po’ di coraggio si sarebbe potuto lanciare sin dal primo di gioco. Nessuno peraltro si sarebbe sognato di crocifiggere il tedesco in caso di insuccesso. Si è preferito JAJALO, forse in partenza a gennaio, elemento che non sembra aver dato molto più di WALACE, forse punito più per gli episodi recenti che per l’apporto globale dato.

La squadra quando è sotto – si è verificato anche a San Siro – ha mostrato a tratti un gioco anche piacevole, peccato che prima di esprimerlo però, sembra dover andar sotto nel punteggio.

11 punti in 11 gare per ammissione del tecnico di Contarina, rappresentano un bottino che non può gratificare alcuno. La media matematica è da retrocessione, con la vittoria oramai risalente (Spezia) a tempi oramai remoti, oltre a stecche tra le mura amiche, non più sostenibili.

Abbiamo sempre difeso Gotti, temiamo altresì di esser arrivati giocoforza ad una sorta di ultima spiaggia con il Sassuolo di Dionisi, gara che si profila quale scomoda spartiacque.

Nemmeno un pareggio esaltante potrebbe salvare il tecnico da un esonero inevitabile, con la sosta successiva che giocherebbe inevitabilmente in favore del subentrante. Tempo per recuperare ce n’è, il ritiro di mercoledì dovrebbe fortificare persino gli intenti. Il gruppo può finalmente dimostrare di essere meritevole di ben altra considerazione, pur riconoscendo intimamente che dalla prossima gara, nessun alibi potrà esser accampato.

Il matrimonio continuerà, speriamo rafforzandosi, solo se domenica sera l’Udinese si insedierà in graduatoria a quota 14 punti.

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