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Il terzo ko consecutivo porta scompiglio in casa bianconera

Il ritorno del fresco ex Mandragora ben inseritosi negli schemi granata, ma soprattutto di Mr. Nicola
Monica Tosolini

Il ritorno del fresco ex Mandragora ben inseritosi negli schemi granata, ma soprattutto di Mr. Nicola alla guida di un Toro assai bisognoso di punti, animano la 30ª giornata in un match in cui i friulani si impongono di dimostrare come i due scivoloni con Lazio e Atalanta, dopo un gran girone di ritorno, possano venir circoscritti quali semplici episodi. Il tecnico di Luserna deve rinunciare a 3 titolari, il portiere Sirigu, il centrale di difesa Lyanco e l’esterno Singo, ma recupera la piena disponibilità del 27.enne centravanti azzurro Andrea Belotti, la cui vittima preferita è proprio l’Udinese, per un attacco molto forte vista la forma del compagno di reparto, il paraguaiano Antonio Sanabria.

GOTTI per contro deve rinunciare al solo DEULOFEU sempre più inquadrabile tra gli oggetti misteriosi, e in via prudenziale al valido NUYTINCK, la cui maglia granata (vedi andata) evidentemente non porta troppo bene. Rilancio dunque per SAMIR a sinistra, ARSLAN in mezzo ad affiancare WALACE, e agio in avanti per Fernando LLORENTE , con il supporto del Tucu a formare quel 3511 mandato a memoria. Partita equilibrata nel corso della prima frazione con ritmi piuttosto plafonati. Tattiche a prevalere sui rischi e molti passaggi all’indietro; i punti pesanti in palio suggeriscono ai tecnici prudenza. Un paio di occasioni per parte, con Sanabria che manca una deviazione di testa e MOLINA che non raccoglie un regalo del duo Buongiorno Milinkovic, a sciupare ghiotte occasioni. L’Udinese chiude la frazione con un parziale di 7 tiri (RDP in primis) a 3, e con un possesso di palla non troppo incisivo, comunque pari al 67%.

Calcio bianconero attento, ma a nostro avviso fin troppo ragionato. Per ambire alla parte sinistra di classifica serve qualcosa in più!

Il secondo tempo parte con medesimo incipit. L’Udinese fa la partita, il Toro gestisce il risultato. All’ora di gioco la sciocchezza decisiva porta la firma di ARSLAN. Su punizione di Verdi dai 30 metri, il turco tedesco mettendosi sulle tracce di Belotti non riesce a far meglio che franare addosso all’attaccante azzurro; rigore difficilmente opinabile. In tale circostanza la regia difensiva di un certo NUYTINCK sarebbe servita eccome.

A poco servono i cambi con OKAKA FORESTIERI OUWEJAN NESTOROVSKI per l’esito finale. Poche, troppo esigue le occasioni generate, se si esclude l’episodio del possibile rigore subito da BECÃO su opposizione di Buongiorno. Per Doveri in campo e Irrati al Var che l’aveva chiamato, l’opposizione del giovane ‘99 granata, non aveva i crismi dell’irregolarità.

La sconfitta potrebbe lasciare segni in grado di destabilizzare l’ambiente. La classifica non dovrebbe essere a rischio con il Cagliari soccombente a San Siro, ma nessuno dimentica come nella parte finale di stagione i risultati prendono pieghe anche imprevedibili. I meno giovani ricorderanno come il Verona di Malesani qualche lustro fa, ritenendosi anticipatamente in salvo la combinò grossa, finendo con il retrocedere proprio per aver mollato scriteriatamente gli ormeggi anzitempo.

Questo organico offre qualità e limiti al contempo, così come il proprio tecnico. La difesa basata su un ottimo portiere è di buon livello qualora disponga dei 4/5 difensori in organico. La sciocchezza ogni 3/4 partite arriva, ma n fondo si può accettare. Il centrocampo è qualitativo ma gioca spesso con un tocco in più (vedere Atalanta per capire l’importanza dei tempi di gioco). Almeno un paio di esterni su 4 hanno qualità, non chiarissima la potenzialità dei rincalzi. È in avanti purtroppo che si manifesta un limite oggettivo. Da anni schieriamo attacchi anemici e la scelta delle punte ha sempre privilegiato portafoglio a qualità.

Certo i PUSSETTO o i DEULOFEU non si possono regalare ad alcuno, ma un centravanti con la cazzimma manca da tempo.. eppure una volta schieravamo gente del calibro di Bierhoff, Poggi, Amoroso, Muzzi, Iaquinta, Quagliarella, Di Natale in età fertile. Il tecnico ha qualità umane e tattiche indiscusse. Come è palese la relativa propensione ad adattarsi all’avversario per imbrigliarlo e trafiggerlo di rimessa, piuttosto che dominarlo sul piano della personalità e del gioco.

La manovra appare precisa ma lenta, fin troppo ragionata, con il risultato di penalizzare a dismisura i tempi di gioco; le difese schierate se non disponi di un bomber da 20 gol, rappresentano ostacoli spesso insuperabili. Da ció potrebbe dipendere una evidente anemia in zona gol. A volte altresì sembra manchi quel coraggio di osare per fare qualcosa di rimarcabile, buttando come si suol dire il cuore oltre l’ostacolo. 33 punti in 30 partite sono piuttosto miserini pur avvalorando alibi generati dalle perduranti assenze di punte di qualità. In altre circostanze si sarebbe in piena zona retrocessione, fortuna vuole che Parma e Cagliari abbiano imbroccato stagioni martoriate e il respiro in tal senso diventi meno affannoso.

La prossima stagione rischia di subire l’ennesima rivoluzione tecnica. RDP partirà al 99%, salvo offerte inaccettabili, MUSSO con offerte superiori a 25 milioni, anche. Tra le punte in organico forse il solo Nacho PUSSETTO, una volta ristabilitosi, sembra avere il posto da titolare, pur essendo sempre di proprietà dei cugini d’Albione prossimi al rientro in Premier. Nella stagione a venire, al Tucu verrà chiesto di fare il RDP, a Fernando FORESTIERI (sempre che rimanga GOTTI) di fare il PEREYRA; in mezzo uno tra WALACE e ARSLAN partirà poiché esprimono il meglio nella stessa zona di campo e tendono a pestarsi i piedi se schierati entrambi. Si punterà molto sulla forza fisica di MAKENGO e COULIBALY. Arriverà poi un giovane prospetto con attitudini simili a quelli di Don Rodrigo da far crescere all’ombra del Tucu, dopo il fallimento ottenuto con Balic.

Ma chi sarà candidato prescelto a guidarli? GOTTI rimane ancora il favorito, ma dovrà saper cambiare passo alla squadra. Vedere emergere uno spirito di gruppo, una verve assai diversa una volta andati sotto nel risultato dimostrando a tal modo del potenziale inespresso, non depone di certo a favore del tecnico di Contarina. Non sarà colpa sua se MOLINA sparacchia in curva a porta sguarnita, non sarà colpa sua se ARSLAN compie la sciocchezza di giornata, potrebbe altresì essere un suo limite personale, non conferire quel mordente necessario a dimostrare quella fame necessaria a superare un avversario alla portata.

Reperire sul mercato un tecnico di qualità purché lo si remuneri adeguatamente non è in fondo così improbabile …., compiere altresì l’errore di pescare un granchio, specie se non si gradisce aprire a sufficienza i cordoni della borsa, è più facile di quanto si pensi, senza contare che una volta di più si ripartirebbe da zero, con tutti i rischi connessi al caso. Ecco perché continuare nella stagione a venire a dare fiducia a GOTTI, qualora superi senza patemi l’ostacolo Crotone, appare comunque la scelta più giudiziosa. Il mister è ben cosciente sin d’ora a quali rinunce dovrà far fronte (DE PAUL e MUSSO), ma conosce bene il Watford e la mentalità dei dirigenti che non accettano interferenze sul reclutamento di risorse umane. Recuperiamo gli infortunati, diamogli una punta con la P maiuscola in grado di garantire la doppia cifra, e lasciamogli totale autonomia tecnico gestionale.

Siamo certi che le soddisfazioni non mancheranno, a meno che…..

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