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Il signore delle mosche

Sto leggendo “Il signore delle mosche”, sono circa a metà e il problema maggiore di Ralph, il leader eletto dagli altri bambini, è riuscire a convincere tutti sul da farsi.
Monica Tosolini

Sto leggendo “Il signore delle mosche”, sono circa a metà e il problema maggiore di Ralph, il leader eletto dagli altri bambini, è riuscire a convincere tutti sul da farsi. La salvezza passa attraverso il fuoco acceso, ma proprio non lo vogliono ascoltare. Chi perché caccia e si sente superiore, chi perché è troppo piccolo, chi perché si entusiasma e non vuole rientrare in una società organizzata. Ecco, senza sapere il finale del libro (vi prego, se lo avete letto, di non dirmelo), vedo un Ralph Gotti provare a spiegare alla squadra di bambini cosa devono fare… a tratti lo ascoltano e le cose vanno bene, ma poi il lato emotivo vince sulla ragione.

Facciamo un passo indietro. Dopo mezzora dall’avvio ho visto la partita che mi aspettavo, tattica, maschia, a tratti nervosa. Due squadre tatticamente ben messe in campo. Loro senza Schone, ed il Genoa senza Schone è come la Ferrari senza il motore; noi con Sema e Lasagna a mezzo servizio per evidenti tossine. Mi sono detto, questa partita è uno 0 a 0, oppure vincerà per 1 a 0 chi sfrutta il primo errore, o chi indovina la giocata individuale. Invece no, il leader Ralph Gotti ha insegnato a giocare a calcio talmente bene ai suoi che il nostro vantaggio arriva su classica azione in velocità ad aggirare la difesa genoana schierata. Devo dire che sono rimasto stupito, sia per quello che per un altro fatto. Quando battiamo i calcio d’angolo rimaniamo pericolosamente scoperti… abbiamo già subito gol in queste circostanze. I nostri difensori, tutti bravi di testa, vanno in area e rimane Larsen estremo difensore. Ebbene, ogni volta che c’è una respinta della difesa avversaria, ecco che i nostri mantengono palla finché i difensori non tornano a comporre una linea a tre dietro. Finalmente! La tattica e la squadra sugli individualismi! Ralph Gotti somiglia sempre di più a Francesco Guidolin da Castelfranco Veneto.

Poi… poi subentra l’anima fanciullesca di questa squadra. Il 2 a 0 di Lasagna spaventa più i nostri che gli avversari e Nicola (troppo sottovalutato qua in terra friulana) prova l’unica carta disponibile: dividere le squadre a metà. Sotto di due gol a quindici minuti dalla fine può fare solo quello: o la va o la spacca. I grifoni buttano il cuore oltre l’ostacolo e ci allungano. Noi, invece di portare la partita su un ritmo più lento e il possesso palla laterale, gli andiamo dietro, ci caschiamo in pieno. Ergo, almeno tre contropiedi sprecati e loro che segnano un gol con un giocatore ancora top come Pandev. Il resto è un errore di Zeegelar da far venire i capelli bianchi a chi li ha. Ma è tutta la quadra che sbaglia. Negli ultimi dieci minuti di gioco ho contato almeno tre palloni buttati via quando in avanti eravamo in superiorità numerica con la difesa nostra troppo bassa. Le gambe erano pesanti e non riuscivano a seguire gli attaccanti. Sarebbe bastato tenere palla e passarla indietro, far salire la squadra, spostare il baricentro, creare densità anche in mezzo al campo, e l’errore di Zeegelar non sarebbe mai avvenuto.

Poi… poi c’è chi dice che abbiamo perso per l’ennesimo errore di una classe arbitrale che nonostante il VAR denota un’incompetenza scorcertante. Vabbè… Rimane il fatto che nelle ultime tre partite ho visto finalmente una squadra. I difetti di testa non li puoi correggere se non provando e riprovando in allenamento a gestire determinate situazioni, come fatto per le respinte sui calci d’angolo fino a trovare la quadratura della difesa.

C’è da lavorare, ma finalmente la squadra c’è. Ralph Gotti non è Dio, non fa miracoli. Ralph Gotti ottiene il massimo con quello che ha. Per fortuna che i bambini dell’isola hanno incoronato Ralph Gotti come il loro leader. Vediamo di tenere acceso il fuoco anche a Ferrara e in casa contro la Sampdoria. Il pareggio di domenica fa recriminare per gli errori nel finale nostri e dell’arbitro, ma ci permette di stare a più tre partite dal Lecce con una partita in meno da giocare. Avanti così, senza abbattersi, ma lavorando di più su certe fasi di partita. Spal è dietro l’angolo e bisogna recuperare le forze.

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