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Grazie Calvarese!

Grazie Calvarese, di tutto cuore. Erano anni che non si vedeva un arbitraggio così, a Udine.
Monica Tosolini

Grazie Calvarese, di tutto cuore. Erano anni che non si vedeva un arbitraggio così, a Udine. Grazie perché il gioco di Gasperini era semplice: attaccare anche con i difensori e, se si perde palla con la difesa sguarnita, fare falli a ripetizione al limite della nostra area. Da regolamento, si chiamano falli tattici; sempre da regolamento, vanno ammoniti, ma non per te, o mio carissimo Calvarese.

Grazie perché il gioco di Gasperini è fare fallo sistematico e spesso cattivo, intimidatorio su De Paul; il fallo sistematico su un giocatore va ammonito, e tu, o mio carissimo Calvarese, hai tirato fuori il cartellino all’ottantaduesimo.

Grazie perché i falli dell’Atalanta si dividevano in falli tattici e falli sistematici, ma alla fine quelli più ammoniti siamo noi. Grazie davvero!

Ma grazie, sopratutto, perché su Pereyra c’era un fallo da rigore più ammonizione che avrebbe visto anche Ray Charles e tu invece hai fatto proseguire, sul ribaltone è venuto fuori il pareggio per l’Atalanta. Mi raccomando, quando vedi un fallo da rigore, netto, chiaro e plateale che è impossibile non vedere, non andare a vedere il VAR. No! Non lo fare! A cosa serve il VAR?

Grazie Calvarese perché oggi dovevamo vincere ma abbiamo pareggiato. Come?… Cosa?… qualcuno dice che l’Atalanta ha attaccato più di noi? Beh, senza Calvarese avrebbe segnato zero gol. Noi invece due, almeno… avrei voluto vedere i neroazzurri con almeno quattro ammoniti in più. Il calcio purtroppo non è uno sport ai voti, come la boxe o la ginnastica ritmica. Si vincessero le partite con i voti, con i punti, con i giudizi, noi saremmo appena sotto l’Europa.

Oggi dovevamo vincere noi, già nel primo tempo. Figuriamoci nel secondo quando abbiamo anche alzato il baricentro e difeso meglio. Grazie alla società, che come al solito non protesta. Grazie a Marino, che pare retrocesso in un ruolo alla Pradè, alla Giaretta. Dice, più o meno, che l’Udinese è felice dell’attacco che ha. Fossero tutti in salute direi che possiamo anche puntare sugli inserimenti da dietro, che Pussetto è una bella scoperta (in passato era stato piuttosto discontinuo e fumoso). Mi accontenterei, pur avendo scritto già quest’estate che ci mancava una prima punta d’area. Ma no, Okaka e Pussetto sono infortunati, Delofeu è un eterno convalescente, eppure nulla si muove. Fosse la prima volta, ma l’annata di Oddo dovrebbe aver insegnato qualcosa.

Grazie anche a Mandragora: pensavo che una prestazione insufficiente come quella di Genova non potesse ripetersi. E’ riuscito a fare di peggio: cinquanta minuti di buchi, continui e colpevoli dalla sua parte. Gasperini ha preparato malissimo la partita (tolto sull’antisportività che lì ci ha pensato Calvarese, grazie ancora, idolo delle ragazzine!): ha puntato tutto sulla nostra fascia destra, la migliore, ed ha tralasciato i regali copiosi del centrocampista italiano.

Ecco come siamo messi attualmente: con Mandragora titolare che fa danni su danni e Wallace che si infortuna. Dove non può la lungimiranza dell’arbitro, arriva la sfortuna.

Grazie anche a Lasagna, che da quando ha cambiato procuratore guarda caso gioca male che peggio non si può. In una società seria, Kevin siederebbe in tribuna, a pensare, a ragionare se sia giusto comportarsi così. Da noi può giocare ogni partita peggio dell’altra. Non arriva nemmeno più davanti alla porta, sbaglia passaggi, si lamenta e butta le braccia a terra ogni volta che può. Negli anni passati lo ho sempre difeso a spada tratta. Ho un debole per chi lotta con grinta: Okaka all’inizio, De Paul, Larsen e Nuytinck sempre, anche Bonifazi. Qualcuno potrebbe dire che si è fatto bere da una finta di Muriel, ma il fatto è che a Muriel non gli doveva arrivare quel pallone, non così facilmente, e chi doveva marcare l’atalantino che gli ha fatto l’assist? Mandragora!

Ma se Lasagna smette di lottare, se Mandragora sta sempre a quattro metri dall’uomo, come si fa a difenderli? Ancora una volta, con una società che pare un po’ troppo silenziosa, notiamo che la squadra si divide fra chi dà l’anima fino alla fine e chi si siede, gioca male, si dispera e causa rigori (Genova), gol (Bologna) e sbaglia occasioni a più non posso.

Mi piacerebbe fare una domanda a Marino: cosa è cambiato da quando Pizarro e Iaquinta si sedettero in tribuna per motivi contrattuali e/o disciplinari? Lo chiede il tifoso che ha sempre lodato ​ il modo di fare calcio della famiglia Pozzo, ma che da qualche anno non si ritrova più, come se l’Udinese fosse stata ceduta e nessuno di noi sia stato informato.

E poi c’è Gotti, che zitto, onesto e signorile, per l’ennesima volta prepara a meraviglia la partita e che stavolta ha più di qualche recriminazione da fare sull’arbitraggio, che definire scandaloso e di parte è poco, pochissimo… Intanto il mercato continua, e nulla di buono arriva…

Fuarce Udin, sempre!

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