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Gotti vince una delicata partita a scacchi, esorcizzato il tabù viola

Udinese Fiorentina dovrebbe costituire sfida in grado di sancire chi tra le due contendenti abbia titolo per potersi affrancare dalla zona rossa proseguendo il cammino verso lidi più gratificanti.
Monica Tosolini

Udinese Fiorentina dovrebbe costituire sfida in grado di sancire chi tra le due contendenti abbia titolo per potersi affrancare dalla zona rossa proseguendo il cammino verso lidi più gratificanti. I reciproci 25 punti ottenuti in 23 gare non disegnano un potenziale entusiasmante, ma è pur vero che entrambi i club hanno vissuto non poche vicissitudini, tanto che solo di recente sembrano aver recuperato quel passo necessario, che negli auspici dovrebbe essere prodromico ad un finale più autorevole.

Alla vigilia del match son pari in tutto le squadre di GOTTI e Prandelli. Punti, vittorie, pareggi, sconfitte, gol fatti. Differiscono solo nei gol subiti, laddove i friulani son migliori di 2 marcature. All’andata la Viola si dimostrò superiore conseguendo un 3-2 che al Franchi sanciva la 13ª vittoria consecutiva negli ultimi tornei succedutisi – più una in coppa Italia – dei gigliati sulle zebrette. L’Udinese altresì, non batte la Fiorentina in campionato da quasi 5 anni (04/16), frutto di 9 gare.

Grande occasione dunque per GOTTI nonostante i soli 19 elementi disponibili, per una sfida che cade in un momento chiave per il prolungamento di rapporto professionale con la società dei Pozzo, la cui opzione di rinnovo è in scadenza.

Prandelli recupera l’acciaccato Ribery rilanciando dal primo minuto il 24.enne centrocampista pugliese Gaetano Castrovilli, uno che quando vede bianconero si esalta; da segnalare l’indisponibilità dell’ex rossonero Bonaventura oltre a quella della punta Kouamè e lo strano accantonamento iniziale del marocchino Amrabat in favore di Eysseric.

GOTTI nell’altro versante paga diverse defezioni di un certo peso. PEREYRA e ZEEGELAAR son fuori per squalifica, DEULOFEU, OUWEJAN, FORESTIERI, PALUMBO per infortunio, senza dimenticare i lungodegenti PUSSETTO, JAJALO la cui stagione è prematuramente terminata. Rilancio dunque dal primo per MOLINA dopo la positiva frazione di Parma, per il guerriero MAKENGO in luogo di ARSLAN, e per il macedone NESTOROVSKI designato a far coppia con LLORENTE preferito ancora allo smanioso Stefano OKAKA relegato in panchina. BECÃO viene nuovamente preferito a SAMIR il cui recupero fisico non sembra definitivamente ultimato. A RDP il compito di farsi rimpiangere sensibilmente dal club toscano, società che già un paio d’anni orsono complice Pradè, sembrava ad un passo dall’ingaggio del talentuoso argentino di Sarandì.

Il primo tempo sembra quello della passata stagione quando il coronavirus si stava diffondendo subdolamente e i club si avviavano ad entrare in un clima surreale per il calcio. Il nulla da entrambi le parti se si esclude un diagonale dì NESTOROVSKI che l’estremo viola devia in angolo con il piedone.

Alla ripresa scendono in campo sempre i soliti 22. Per un quarto d’ora il refrain non cambia sino a che Vlahovic non impegna MUSSO, bravo ad accorciare sullo slavo attraverso una respinta molto efficace in grado di allontana il pericolo. L’Udinese sostituisce MAKENGO con ARSLAN al 70ºe LLORENTE con BRAAF (finalmente), 5’ dopo, accentrando NESTOROVSKI. ARSLAN si inserisce molto bene vivacizzando la mediana, mentre il talentino olandese fa vedere di che pasta è fatto. Un paio di tiri del turco emergono tra ritmi che paiono tutt’altro che vertiginosi. Fortuna che a 5’ dal 90º la palla staziona tra i piedi del Diez che riceve da MOLINA; RODRI alza il capo e si inventa una pennellata per NESTOROVSKI che smarcatosi da Milenkovic, di testa a due passi da Dragowski, non può fallire (7º centro di testa in stagione). Grande la gioia del macedone, gratificato anche nel post gara dal proprio tecnico.

Un gol vittoria che significa oltre a punti fondamentali, il 7º clean sheet stagionale (solo Inter e Milan hanno fatto meglio), ma soprattutto un risultato che premia le scelte di GOTTI; lasciare inopinatamente in panchina per tutta la gara un OKAKA (il n.di casacca 7 evidentemente per la cabala non andava schierato..) che guarda caso tanto bene aveva fatto a Parma, non era da tutti! Privilegiare altresì l’opportunismo di NESTOROVSKI, abile nel premiarlo puntualmente ad una manciata di minuti dal termine (7 se si considera il recupero), si è rivelata una mossa paragonabile allo “scacco matto”. Cabala almeno curiosa (7 tiri totali), ma davvero Chapeau mister!

La partita non è stata esaltante, va riconosciuto, molto equilibrata in tutti i settori, quasi a testimoniare come i club si temessero oltremisura. I 3 punti peraltro valgono enormemente in ottica classifica e dovrebbero consentire di sperimentare la squadra del futuro con maggiore tranquillità. Giovani di prospettiva come MOLINA, MAKENGO e BRAAF, appaiono elementi da testare con maggior perseveranza. La classifica non offre ancora garanzie assolute, un’occhiata a ciò che succede dietro non puó mai mancare, ma è pur vero che con 10 punti nelle ultime 5 e a scanso dell’avvio incerto, 24 punti nelle ultime 18 gare (1,33 punta/partita), la parte sinistra di graduatoria appare ora un po’ meno lontana (con lo stesso passo si terminerebbe oltre i 46). Milan e Sassuolo ci diranno se coltivare ambizioni ulteriori sia o meno appropriato.

Il timoniere del futuro non può che essere Luca GOTTI, verso cui verrà verosimilmente esercitata l’opzione di rinnovo concordata; il tecnico di Andria oltre che preparato, equilibrato nelle analisi, raramente perde la lucidità necessaria nelle valutazioni di uomini e tattica. Non avrà il carisma di Mourinho per carità, ma quale sia il suo reale limite non è ancora acclarato. Mettiamoci nelle sue mani e consentiamogli di guidare un gruppo in grado realisticamente di coltivare ambizioni superiori a quelle attuali.

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