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Gotti highlander in serie A: solo sei i tecnici confermati sulla stessa panchina di un anno fa

Gotti e l’Udinese, un matrimonio che, superate le turbolenze, sembra destinato a proseguire anche stavolta.
Monica Tosolini

Gotti e l’Udinese, un matrimonio che, superate le turbolenze, si è celebrato anche stavolta. La notizia è vecchia, ormai, ma paradossalmente sempre attuale. E non perchè il tecnico di Contarina è diventato l’allenatore più longevo, dopo Guidolin, degli ultimi 10 anni (e il fatto ha quasi dell’incredibile se si ripercorre la sua storia in bianconero).

Sappiamo quanto sia stato in discussione, soprattutto perchè nel finale di stagione ha concesso il fianco alla critica per le 8 sconfitte che hanno impedito di centrare il nuovo obiettivo posto dal Paron, il decimo posto. Quei risultati, è ovvio, hanno alimentato i dubbi e le perplessità della dirigenza friulana che si è presa quasi tre settimane per riflettere su una sua nuova conferma. Conferma che, tutt’altro che scontata, alla fine è arrivata.

Ed è un gran risultato, questo, anche rispetto a quanto avvenuto sulle altre panchine in serie A. Ed è in un simile contesto che la conferma di Gotti torna attuale. L’estate 2021 è iniziata con un vorticoso valzer di allenatori, valzer che deve ancora concludersi visto che lo Spezia, rimasto improvvisamente orfano di Italiano, deve ancora trovare il suo sostituto.

Di fatto, dunque, anche la proprietà dei liguri si vede costretta al cambio di guida tecnica, al pari di quanto accaduto a Empoli, Fiorentina, Hellas, Inter, Juve, Lazio, Napoli, Roma, Sampdoria, Sassuolo e Torino.

Alla fine dei conti, solo 8 allenatori sono riusciti a rimanere in sella e 6 di questi, Gotti compreso, erano al timone della squadra già all’inizio della scorsa stagione. Gotti come Gasperini, Mihajlovic, Pioli, Castori e Zanetti. Tecnici che si sono guadagnati la conferma dopo una stagione impegnativa, contraddistinta dall’incubo del Covid. 

Ora il mister bianconero si trova ad affrontare oltre al Covid (che, va ricordato, è sempre lì a minacciare) anche altre problematiche di rosa. Ne è conscio e sicuramente psicologicamente preparato: in fondo ha passato tutta la scorsa stagione a studiare soluzioni per dribblare defezioni e infortuni gravi. E sa da tempo che non potrà più contare su capitan De Paul e su senatori come Musso e Larsen. Con il suo staff (dovrà ricalibrare gli equilibri anche in quello, visti i nuovi innesti) dovrà favorire la creazione di un gruppo coeso che, sul modello Italia, trovi la sintonia e la garra per affrontare una stagione tutta da decifrare.

La società gli ha confermato la fiducia: se continuerà a sostenerlo per i prossimi 12 mesi, Gotti potrebbe concedersi il lusso di aprire veramente un nuovo ciclo.

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