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Et voilà, l’Udinese ancora nella terra di mezzo

Complice il passo piuttosto spedito intrapreso in tempi recenti, tra i tifosi stava maturando l’illusione di trascorrere sportivamente parlando, delle feste gioiose.
Monica Tosolini

Complice il passo piuttosto spedito intrapreso in tempi recenti, tra i tifosi stava maturando l’illusione di trascorrere sportivamente parlando, delle feste gioiose. Il destino che noi tifosi ci siamo scelti tuttavia, è legato indissolubilmente alle sorti della squadra, che nel bene o nel male alberga da sempre, per sempre, nei nostri cuori. Così come i colori che indossiamo, così come le ultime stagioni storicamente insegnano, gli alterni percorsi intrapresi si possono leggere ad ogni buon conto, in modo ambivalente.

Un precampionato poco lusinghiero aggravato per di più da indisponibilità e da arrivi prossimi alla chiusura delle liste, aveva aperto le porte ad un inizio di torneo che in effetti non ha stentata a palesare le preoccupazioni della vigilia; 3 punti su 18 disponibili, 1 vittoria e 5 sconfitte nelle prime prime 6 gare non potevano che lasciare spazio ad un irrinunciabile pragmatismo agganciato alla “salvezza”.

La svolta attesa arrivava a Sassuolo, dove il cambio tattico imposto da una classifica asfittica, imponeva il ritorno al più prudente 352 in luogo di un forse più spettacolare ma inefficace 433. L’indisponibilità atletica più che tecnica di un Gerard DEULOFEU, botto finale di una campagna acquisti di pregio, ma elemento ancora alla ricerca di uno stato di forma accettabile oltre che presunto titolare di fascia sinistra, imponeva quale scelta obbligata la rivisitazione del canovaccio tattico più aduso in casa bianconera. I 12 punti ottenuti nelle successive 6 – ricordando il match rinviato con la Dea – con significativo cambio di passo annesso, son riusciti ad alimentare inevitabilmente, almeno sino alla gara con le streghe, giustificate ambizioni; forse non da Europa, ma da parte sinistra in graduatoria perché no…

La battuta d’arresto con il Benevento, molto ben disposto da un Inzaghi, tecnico che vanta tutte le credenziali per divenire uno tra i migliori coach ammesso che già non lo fosse, mette quantomeno un tarlo sul valore assoluto in chiave tecnico tattica del gruppo a disposizione di GOTTI. A nostro parere l’organico, nel pieno delle forze, vale non meno di 50/52 punti; con la dea bendata a favore poi, testa ed umiltà a posto, persino i 55 potrebbero rappresentare obiettivo raggiungibile.

La salvezza va tenuta d’occhio certo, i 40 punti andrebbero raggiunti sin da Aprile, pur convenendo sull’assunto che prima o poi sia il Torino che lo stesso Genoa di Ballardini, possano trovare forze adeguate per risollevarsi. Al netto delle possibili campagne di rafforzamento, oggi solo Crotone e Spezia, peraltro due squadre che sanno giocare al calcio, sembrano inferiori per potenzialità d’organico. Il nostro torneo rispettati i valori, dovrebbe per conseguenza disputarsi con Parma, Benevento, Cagliari, Fiorentina, Bologna, Samp e forse Verona.

Riportiamo pertanto di seguito, alcuni elementi di riflessione e in chiave statistica, in grado di determinare un giudizio più articolato su quanto espresso sino ad oggi nel rettangolo di gioco.

Fattori negativi

– la pandemia ha ridotto il potenziale in essere (comune a molti club)

– i recuperi fisici appaiono spesso troppo lunghi (MANDRAGORA a parte)

– la squadra dipende forse troppo dal rendimento di RDP

– esiste difficoltà a trovare la via della rete quando gli avversari fanno muro

– si sbaglia molto in fase conclusiva specie con LASAGNA

– mancano schemi su palla inattiva (corner)

– il giro palla a volte troppo lento facilita l’arroccamento degli avversari

– gli esterni arrivano di rado a crossare dal fondo campo (le alternative sono KO)

– in assenza di OKAKA, manca un riferimento fisico di pari caratteristiche

– MUSSO, pur bravo, non compie i miracoli della stagione scorsa

– l’assenza di NUYTINCK (fine gennaio) sembra minare la solidità difensiva

– BECÃO e ARSLAN subiscono troppe ammonizioni

– il recupero atletico di DEULOFEU, relegato ormai a riserva, appare troppo lento

– l’Udinese è una delle squadre che corre di meno nella massima serie

– la fase offensiva, in diverse gare, non “genera” situazioni di potenziale pericolo

– la cattiveria agonistica, la fame, non pare sempre al top

Numeri negativi

– attacco in casa (5 gol – peggio solo il Parma 3)

– attacco generale (14 / 1 gara in meno) – peggio solo Parma e Crotone (13)

– rigori a favore (1) – peggio solo il Napoli (0)

– km percorsi a gara (105.919 – solo il Torino fa peggio 105.37)

– parate fatte (19)- ultima

– fuorigioco (5ª con 36)

– nessun marcatore tra i top 34 (PUSSETTO / DE PAUL 3)

Fattori positivi

– la squadra pare avere una sua precisa identità a dispetto dell’avversario

– MANDRAGORA dovrebbe essere pronto a fornire un contributo significativo

– il centrocampo sembra essere un reparto forte tecnicamente e variegato

– RDP sta diventando un leader vero dal valore assoluto

– PUSSETTO sta crescendo rapidamente con recuperi, gol e assist – inamovibile

– BONIFAZI rappresenta un ottimo innesto nei 3 di difesa – titolare

– fuori casa, senza obblighi di risultato, la squadra si esprime al meglio

Numeri positivi

– serie positiva (6 gare – meglio Milan 14 / Inter 10)

– dribbling riusciti (RDP 1º in assoluto con 46)

– assist man (PEREYRA 5º con 4)

– contrasti vinti (RDP 5º con 106)

– km percorsi partita/uomo (PEREYRA 21º – 10.85 km)

– falli subiti uomo (RDP 3º con 42)

– gol di testa (OKAKA 4º con 2)

– clean sheet (MUSSO 7º con 3)

Come si vede il bicchiere a seconda di come lo si veda, può apparire mezzo vuoto o mezzo pieno. La ripresa con il probabile inserimento di DE MAIO al posto dello squalificato BECÃO nella difficile gara dello Jstadium, ci darà da quale parte possa orientarsi la nostra prospettiva.

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