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Beto si inventa in inferiorità numerica un gol scaccia crisi

Riparte il campionato e cresce l’attesa nel vedere come il gruppo abbia metabolizzato la sosta.
Monica Tosolini

Riparte il campionato e cresce l’attesa nel vedere come il gruppo abbia metabolizzato la sosta. Avversario di turno quel Bologna guidato da Sinisa Mihajlovic il quale alla guida dei felsinei mai è riuscito nell’impresa di mettere sotto i friulani. La tempra del serbo manifestata sin dalla vigilia, ha indotto il condottiero slavo ad esporsi verso un clamoroso successo al Friuli, tutto ciò nonostante defezioni significative come quelle riconducibili all’ex Bonifazi e al centrocampista olandese Schouten.

Gotti per contro recupera gli acciaccati JAJALO, DEULOFEU e PUSSETTO, ma deve rinunciare ancora a PEREZ, SUCCESS oltre al lungodegente Ilija NESTOROVSKI. Le prove settimanali di 4231 hanno dato esiti alterni, motivo per cui si persiste sul collaudato 352 con BETO confermato in avanti e MAKENGO preferito ad ARSLAN in mediana. I due argentini MOLINA (rientrato dalle trasferte con l’Albiceleste) e Nacho PUSSETTO partono dalla panchina abili a fornire il proprio contributo a gara in corso.

Il primo tempo ahinoi, data la noia mortale oltre ai continui retropassaggi ed errori tecnici, si segnala come elemento antologico ai fini dell’allontanamento del pubblico dagli stadi. La lentezza nel giro palla è paragonabile al calcio degli anni ‘70. Eppure si lavora una settimana per soli 95’ di gioco.. Vedere il Liverpool alla vigilia schiacciare il Watford confrontando l’interpretazione degli attori con i primi 45’ del Friuli, fa capire il vero significato della mentalità, di un approccio corretto. Nessuno chiede dabbenaggine tattica, ma nemmeno di giocare a scacchi… Va amaramente riconosciuto che siamo indietro, molto indietro in merito ad atteggiamento! Frazione inguardabile con PEREYRA che fa il possibile per mettere Gotti sul ciglio del precipizio (la sconfitta avrebbe potuto infatti aprire le porte all’esonero). Due ammonizioni identiche, comminate da un arbitro forse troppo fiscale, ineccepibili da regolamento, tanto stupide quanto inutili vista la zona di campo interessata, in carico poi ad un giocatore che vanterebbe esperienza pure in ambito nazionale…. Cos’è successo Tucu? Da rimanere comunque basiti dall’ennesimo approccio sbagliato!

Alla ripresa l’Udinese sembra sorprendentemente non soffrire affatto dell’uomo in meno. DEULOFEU assai ispirato, coglie un palo dopo splendido assolo e STRYGER sempre imbeccato dal catalano, impegna severamente Skorupski. Non sembra vero vedere i bn tenere il campo con grande personalità, e mentre SILVESTRI respinge tutto, monta la rabbia per non aver ammirato un’Udinese altrettanto determinata nella prima frazione; ma tant’è il lupo perde il pelo ma non il vizio. Tanto ci mette di suo il bravo SILVESTRI – alla fine sarà il migliore dei suoi – quanto nulla può sul colpo ravvicinato di Barrow al 65º, trovato da un cross pennellato di Soriano. Bologna in vantaggio e partita in salita piuttosto ripida.

Una volta sotto l’orgoglio vien fuori e i cambi aiutano a sperare nel “miracolo” sportivo. PUSSETTO e MOLINA danno vivacità, BETO che da solo riesce a far reparto, rimane un riferimento concreto per l’intero fronte offensivo. Tra una parata e l’altra dell’estremo difensore bn, si materializzava a 10’ dal termine l’evento tanto atteso dai tifosi, stufi di vedere calpestare il proprio fortino anche da squadre di pari livello; MOLINA rimetteva in mezzo una palla a campanile a circa 5 metri dalla linea di porta, BECÃO per contro faceva blocco sul portiere bolognese rimanendo fermo sul limite dell’area piccola costringendo di fatto l’estremo avversario ad un’uscita a pugni alti piuttosto goffa. Al centravanti portoghese appostato accanto al difensore brasiliano di Salvador Bahia non rimaneva altro che staccare più in alto, con i tempi giusti, azione che gli riusciva perfettamente attraverso un tocco vincente di testa che si andava ad insaccare in fondo alla rete. Tripudio tra i tifosi e conseguente consacrazione di un centravanti che lascia intravedere domenica dopo domenica grandi margini di miglioramento. Quando il 23.enne di Lisbona saprà dosare adeguatamente energie e tempi di gioco ne vedremo delle belle..

Pari dunque che vale una vittoria consentendo a Gotti di salvare la panchina, piuttosto traballante ad un solo quarto d’ora dal termine. La squadra continua a palesare vizi e virtù tipiche degli anni passati, quasi a sconfessare il valore degli innesti, per buona parte della critica assolutamente in grado di consentire il cambio di passo o le necessarie varianti prodromiche al cambio di spartito. Elementi quali SAMARDZIC, lo stesso ARSLAN, non possono continuare ad essere ignorati, a costo di rivedere il canovaccio tattico. Con MOLINA recuperato appieno, due esterni di gamba come UDOGIE o l’argentino stesso devono poter sprigionare il proprio dinamismo. Ieri sembravano prigionieri di un gioco così lento da apparire persino anacronistico. La palla è tra le più lente a girare nell’intera serie A, molto meglio sbagliare qualcosa in più che giocare sempre nei piedi di ognuno. È notorio che i gol in serie A a difesa schierata, si concretizzano solo attraverso autentiche prodezze, oggi tra le fila bianconere appannaggio di pochi, forse del solo DEULOFEU. La rapidità ed il dinamismo altresì, favorirebbero le caratteristiche di PUSSETTO e BETO; provare MAKENGO in mezzo con accanto ARSLAN o WALACE piazzando il doppio mediano, lanciando congiuntamente SAMARDZIC sotto punta a BETO ora che il Tucu salterà Bergamo, è esperimento a nostro avviso che meriterebbe adeguata considerazione. Qualcosa andrà inevitabilmente inventato, siamo troppo prevedibili, non solo lenti nel giro palla.

Con qualche sofferenza arriva dunque un punto che vale quanto una vittoria. BETO, SILVESTRI oltre ad un discutibile Abisso accusato tra l’altro da Mihajlovic di voler inconsciamente compensare l’affrettata espulsione del Tucu, oltrechè capace di comminare una decina di ammonizioni per una sfida affatto cattiva, lanciano un chiaro messaggio a mister Gotti. Serve assolutamente un cambio di mentalità oltre ad un’intensità di gioco che non può limitarsi a soli 30/40 minuti per gara. Nei tre giorni che includeranno Atalanta fuori (24/10) e Verona al Friuli (27/10), dovranno uscire inevitabilmente punti, gioco, intensità oltre a dimostrare che si è fatto tesoro di un chiaro campanello d’allarme suonato con il Bologna. 9 punti in 8 gare rappresentano un bottino del tutto insufficiente per un organico che non varrà la zona Europa, ma nemmeno posizioni da retroguardia e atteggiamenti sparagnini.

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