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Alla Roma basta un tempo per vanificare ogni speranza

Se si esclude il successo di luglio, per l’Udinese l’Olimpico di Roma si è sempre prefigurato come una sorta di tabù,
Monica Tosolini

Se si esclude il successo di luglio, per l’Udinese l’Olimpico di Roma si è sempre prefigurato come una sorta di tabù, stadi come per esempio quello fiorentino, dove pare sussistere una sottile rassegnazione verso l’epilogo atteso.

Si arriva da un mini filotto di 4 risultati positivi in grado di maturare 8 preziosi punti per la graduatoria, pari con Atalanta e Inter, vittorie con Spezia e Verona, 4 gol fatti, uno subito!

Il lunch match accredita i favori del pronostico alla squadra di Fonseca, unica imbattuta tra le mura amiche in stagione, almeno per quanto possa contare l’effetto casalingo in assenza di supporter.

Sciolta la riserva tra Mayoral e Dzeko in favore dello spagnolo, i giallorossi rilanciano dopo la squalifica il 24.enne Lorenzo Pellegrini, uno dei migliori centrocampisti italiani spesso penalizzato dagli infortuni, portando in panchina il figliuol prodigo El Shaarawy, uno che quando vede Udinese solitamente si esalta. Smalling non recupera.

Per GOTTI le scelte sono pressoché obbligate; RDP si riprende la sua casacca con posizione annessa, area tattica occupata nella gara scorsa dall’indisponibile PEREYRA, fuori ahinoi sino a fine mese. Conferme in toto per la retroguardia e in avanti per il Re Leone, affiancato nella circostanza da un rigenerato DEULOFEU. Curioso notare come rispetto alla sfortunata gara d’andata conclusasi con la vittoria dei capitolini per 1-0 siglata Pedro, solo 4 bn partono come allora tra gli 11 d’avvio, MUSSO, SAMIR, ARSLAN, DE PAUL.

Si parte con la Roma abile a ribadire sin dalle prime battute un maggior tasso tecnico. Non passano 5’ che Veretout, inseritosi con tempismo a centro area, attraverso un colpo di testa ravvicinato supera in tempismo STRYGER punendo i bianconeri. La squadra reagisce, crea qualche onesta opportunità, ma non tira e dunque non punge. Paul Lopez non viene impegnato. La Roma continua altresì a macinare gioco attraverso ripetuti inserimenti dei centrocampisti che mettono in seria difficoltà la mediana bianconera. Gli esterni giallorossi imperversano sia a destra che a sinistra macinando km in fascia. Su una di queste azioni confezionate con gran dinamismo, è Mkhitaryan a sorprendere i centrali bianconeri costringendo MUSSO a commettere fallo da rigore; il centrocampista francese, uno specialista, realizza la sua personale doppietta. Successivamente, solo la corretta interpretazione del Var, evita la tripletta di Pellegrini inseritosi anch’egli a centro area, a causa di un fallo precedentemente subito da STRYGER. Si chiude il primo tempo con un doppio vantaggio dei padroni di casa piuttosto realistico in relazione a quanto visto. Il mancato raccordo tra centrocampo e attacco idealmente garantito dal Tucu, è di fatto venuto a mancare.

Alla ripresa nessun cambio per i bn, almeno in partenza. L’Udinese sembra avere altro piglio, così come la Roma sembra voler gestire il vantaggio senza impiego di troppe energie. Il calo di tensione produce qualche banale errore tra gli uomini di Fonseca; DEULOFEU è anche bravo nel capire e conseguentemente intercettare le linee di passaggio; a circa dieci minuti dal termine, in una circostanza arriva anche il tu per tu con l’estremo difensore connazionale, peccato che la situazione non lo premi. Poteva riaprirsi una gara apparsa per lunghi tratti prematuramente chiusa. L’ingresso nel finale di Pedro, premiava oltremodo attraverso la sua personale segnatura, la prova dei giallorossi. L’ Udinese di fatto è rimasta in gara sino a pochi minuti dalla fine del match, seppur a due lunghezze, senza peraltro pungere quanto necessario Mancini e compagni.

Un piccolo passo indietro dunque per le aspettative generali. GOTTI si attendeva una prova di maturità dai suoi, peraltro sin dalle prime battute vanificate dal centrocampista tuttofare Veretout. Ma è la prova collettiva dei giallorossi ad impressionare se si analizza l’inserimento costante e continuo degli uomini di centrocampo con i piedi educati del friulano Cristante a far partire da dietro tutte le azioni. Ecco, ci sembra proprio questa la situazione da segnalare, ovvero la capacità di produrre differenze di prestazione tra le due contendenti proprio attraverso gli inserimenti da dietro. WALACE, ARSLAN in mezzo, STRYGER ,ZEEGELAAR negli esterni, ma lo stesso RDP ben controllato da Villar, son sembrati meno brillanti e dinamici dei quotati rivali.

Gli ingressi di OKAKA, NESTOROVSKI, MOLINA, OUWEJAN, MAKENGO nel corso di ripresa, hanno prodotto risultati trascurabili rispetto a quanto sperato. Piuttosto ci chiediamo del perché non si sia voluto buttare nella mischia almeno per qualche minuto, il giovane talento surinamese di BRAAF, decantatoci quale nuovo virgulto del calcio mondiale. Se é stato ingaggiato con la formula del prestito con diritto di riscatto, beh non vederlo all’opera lascia quantomeno perplessi. Delle due l’una, o è un crack e dunque bene salvaguardarlo da rischi improvvidi, o non è ancora pronto ai tatticismi nostrani. Il tempo dirà….

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