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Ai bianconeri tre punti più che ‘preziosi’

Vittoria sofferta per i bianconeri
Monica Tosolini

Se la stagione ‘19/20 rimarrà alla annali del calcio per aver generato un girone di ritorno, fortunatamente non alterato nei valori assoluti, comunque connotato da emergenza pandemica, la stagione attuale, sin dall’avvio é stata terribilmente condizionata dai capricci del virus, una sorta di unicum caratterizzato da variabili in buona parte fuori controllo.

Il Napoli che non si presenta a Torino per il veto di una Asl, gli atleti a turno costretti ai box per contagio, l’asintomaticità dettata da tamponi caratterizzati da validità discutibile, il poco accreditato Milan che balza dalle prime battute in testa alla graduatoria per rimanerci, il Sassuolo sopra la Juve per qualche ora primo in graduatoria, la Lazio che come i cugini giallorossi viene penalizzata da ripetute defezioni causa virus, lo stesso Genoa contagiato in ben 18 elementi, tutti fattori scarsamente riscontrabili in condizioni di presunta normalità.

Anche i bn sembrerebbero aver subito situazioni poco agevoli nelle fasi precedenti l’avvio di stagione con il virus rimasto ai margini del gruppo, va ricordato tuttavia che il sopraggiungere piuttosto tardivo di alcuni elementi in precarie condizioni fisiche, ha minato in partenza le potenzialità dell’organico affidato a Mr. GOTTI.

Con PEREYRA reduce dalla Seleccion apparentemente rigenerato, manca veramente poco per raggiungere una condizione atletica di gruppo vicina all’ottimale, il recupero di JAJALO e soprattutto quello del lungodegente MANDRAGORA accomodatosi finalmente in panchina e ormai pronto al reinserimento graduale.

La classifica va migliorata, e questo è nella volontà di tutti. C’è consapevolezza di possedere valori di rilievo, ma la qualità per esser vidimata, deve necessariamente tradursi in punti. L’ostacolo Genoa diventa fondamentale in tal senso. Il grifone si presenta con un attacco formato da Pandev e Scamacca, due elementi distintisi particolarmente nelle rispettive nazionali in settimana, non recupera ancora nè l’ex Zapata nè Zappacosta, e perde in avanti l’estro del croato Pjaca e dietro l’esperienza del capitano Mimmo Criscito. Maran poi, tecnico stimato anche dalla fam.Pozzo, nel recente passato ha giocato diversi scherzetti ai vari coach nostrani succedutisi, persino al Friuli; necessaria dunque massima attenzione oltre a lucidità tattica.

Il tecnico adriese opta nella circostanza per il consolidato 352 già adottato a Reggio Emilia con il Sassuolo, abbandonando almeno in partenza il suggestivo 433, dato che uno degli interpreti designati, ovvero Gerard DEULOFEU, è stato lasciato partire direzione Catalogna, in occasione dell’arrivo del secondogenito Chris. ZEEGELAAR confermato a sinistra e OKAKA affiancato da PUSSETTO (KL15 in panchina) in avanti, entrano nelle scelte tattiche di partenza.

La gara parte lenta con gli attacchi che non pressano le difese incaricate di far partire le azioni. Prevalgono lentezza e accorgimento tattico con le retroguardie che sembrano prevalere sulle soluzioni offensive. Almeno fintanto che RDP, sino ad allora non così determinante come in altre circostanze, non si inventa un colpo da biliardo dal limite dell’area; Perin sino ad allora inoperoso viene battuto, 1-0 palla al centro. Gara per lunghi tratti quasi assimilabile ad una sfida a scacchi con i due tecnici, molto amici tra loro, intenti ad intravedere la debolezza tattica dell’avversario. La differenza tra GOTTI e Maran oggi, è semplice, uno dispone di RDP, l’altro no!

Alla ripresa l’Udinese con un po’ di cinismo prova a congelare la gara lasciando campo ad un Genoa volonteroso ma poco incisivo. A metà ripresa il tecnico friulano ributta nella mischia MANDRAGORA – ottima notizia – il quale raccoglie l’applauso di ogni persona presente allo stadio. I rossoblu tengono il pallino ma l’occasione più ghiotta per chiudere la gara passa sempre dai piedi del Diez che scheggia la traversa su punizione dal limite a 10’ dal termine. Per gli assalti finali Maran butta dentro la batteria pesante, prima Shomurodov e in ultimo Destro rischiando il tutto per tutto. I bn non trovano con continuità le sponde di OKAKA e la corsa di LASAGNA rinculando forse un po’ troppo a protezione della propria porta. A tre minuti dalla fine MUSSO dimostra di essersi ripreso perfettamente dall’operazione salvando il risultato con una prodezza su girata di Bani. Ma i sudori freddi si materializzano a 90” dal termine quando Scamacca – promettente il ragazzo – sorprende la difesa e MUSSO con una deviazione vincente da pochi metri. Cosa possa esser passato per la testa di GOTTI in quegli istanti è facile da intuire.. il calcio peró si é dotato giustamente di uno strumento assolutamente democratico, il cui nome fa VAR. Mai più benedetta fu la tecnologia. 20 cm oltre l’ultimo difendente erano sufficienti a strozzare la gioia del giovane U21 romano, e far riesplodere l’entusiasmo nei cuori bianconeri. Rete annullata, secondo clean sheet consecutivo e 3 punti in cassaforte con soddisfazione piena in casa bianconera. Certo si potrà obbiettare che se non avessimo un fenomeno lá dietro o una tecnologia appropriata, oggi potremmo dover commentare l’ennesima delusione con posizione di classifica totalmente deficitaria.

Va riconosciuto che il Genoa non appare compagine di qualità eccelsa e si è presentata a Udine con diverse defezioni. Il fatto che sia rimasta in partita sino all’ultimo istante non è un segnale propriamente confortante al di là del fatto che il controllo dalla gara è parso buono. Purtroppo però, non avremo sempre di fronte l’attacco del grifone; se l’atteggiamento sarà il medesimo nelle prossime gare, il rischio di andare incontro a delusioni forti, sussiste. Va bene proteggere la difesa, ma la ricerca del gol del raddoppio capace di mettere l’ipoteca sulla gara, doveva essere più convinta, più cattiva. Non saremo dotati di killer instinct, pare ovvio, ma nemmeno possiamo soffrire sino all’ultimo col Genoa in casa, come ha fatto notare il D.s. MARINO pur elogiando l’atteggiamento della squadra.

I punti da conquistare erano fondamentali, anche a scapito del gioco, è palese; i se e i ma non hanno mai fatto la storia o come si dice in Toscana sono il patrimonio dei bischeri.. Ma siamo onesti – cosa penseremmo noi tutti oggi, se la conclusione di Scamacca fosse maturata da soli 20 cm. più indietro?

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