Il Messaggero Veneto vuole aprire l’anno bianconero con un vero numero 1, colui che ha segnato un pezzo importante della storia della squadra friulana: Totò Di Natale. Il grande bomber ripercorre il 2020, un anno segnato dal Covid e da gravi lutti anche per il calcio.
E poi parla anche di Udinese.
L’Udinese ha cominciato il 2020 con Gotti e l’ha finito con Gotti. “Il mister è uno che mi piace. Traspare evidente la sua capacità di dialogare con i giocatori. Sta facendo un buon lavoro, la squadra ha ancora ampi margini di miglioramento”.
De Paul, Pussetto, Pereyra, Deulofeu. Quanto si sarebbe divertito a giocare in questa squadra? “Parecchio. De Paul è cresciuto molto, Pussetto mi piace e quando crescerà in fase di finalizzazione sarà completo, Deulofeu deve solo avere pazienza di ritrovare la condizione. Udine è la piazza ideale”.
È vero che lei considera Pereyra il compagno più talentuoso dopo Sanchez con il quale ha giocato? “Sì. Ha tutto: ha il cambio di passo, è tecnico, gioca sempre per la squadra”.
Se lei fosse calciatore si sentirebbe tutelato dal protocollo anti-Covid? “Sì, ma vi dico che non è semplice fare i tamponi ogni tre giorni e giocare con i calendari così compressi. È giusto farlo per dare un po’ di distrazione alla gente”.
Domani c’è Juve-Udinese. “E a fine mese saranno dieci anni da quella nostra vittoria a Torino che ci diede la consapevolezza di poter andare davvero in Europa”.
Di Natale, a Udine si parla sempre spesso di lei. “Beh, i numeri sono lì e parlano chiaro. Ne discutevo l’altro giorno con Totti: quello che ha fatto lui per la Roma e io per l’Udinese sono cose che nessuno potrà cancellare. E per questo mi piacerebbe tornare nelle vesti di allenatore: andrebbe bene anche la Primavera”.
Patron Pozzo lo sente? “Sì, ha uno spirito ancora giovanile, è carico e motivato. Spero possa riportare l’Udinese in Europa”.