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De Paul: “Questa è l’Udinese più forte da quando sono qui”

Ospite in collegamento al canale ufficiale dell'Udinese, Rodrigo De Paul ha raccontato il momento della squadra dopo il successo a Roma contro la Lazio.
Monica Tosolini

Ospite in collegamento al canale ufficiale dell’Udinese, Rodrigo De Paul ha raccontato il momento della squadra dopo il successo a Roma contro la Lazio. “Prima della partita non sapevo che erano 150 partite con la maglia dell’Udinese, me l’hanno detto dopo la vittoria. Successo meritato, abbiamo dominato per gran parte della partita, sono molto contento. Questa è assolutamente l’Udinese più forte da quando sono qui. Non solo per qualità, ma anche a livello umano, mentale, di staff tecnico e abbiamo tutti una energia molto positiva. Purtroppo nel calcio si dipende dal risultato, ma se continuiamo così avremo molte gioie”.

Appena arrivato hai voluto la maglia numero 10: “Innanzitutto devo ringraziare i tifosi che mi sono sempre stati vicini. Totò è stato un grande, nessuno potrà mai fare qui quello che ha fatto lui. Io credo di avere la personalità per poter indossare quella maglia, ma volevo far capire a tutti subito che io non ho voluto prendere quella maglia con l’intenzione di sostituire Totò, ma per scrivere la mia storia qui. Il 10 è un numero che mi piace, lo hanno tutti i grandi come Leo e Diego. Totò ha capito subito le mie intenzioni, e mi ha fatto piacere conoscerlo, è stato un momento molto bello. Quado sono arrivato c’era il problema di trovare il ruolo giusto per me. Poi con il lavoro e la voglia e la tattica, ci siamo riusciti. Adesso corro meno e faccio meglio le cose: questo ho imparato a farlo in Italia, oggi posso dire di avere esperienza. Questo ti fa anche diventare un leader”.

Anche in Nazionale hai imparato molto sul ruolo? “Io credo di aver iniziato a capire qui, con l’allenatore del momento, che il mio ruolo era a centrocampo, da mezzala. In Nazionale il ct mi ha detto cosa voleva da me e ho capito che potevo essere titolare anche lì. Sono cambiato tanto, sono cambiato anche fisicamente, faccio doppi allenamenti ogni giorno, mi sono anche portato a casa il preparatore: bisogna avere fame, metterci sempre più voglia. Io ero convinto convinto del mio ruolo, poi il ct ha confermato il mio pensiero”.

Quanto ti diveri qui con i tuoi connazionali? “Sono molto contento che siamo un gruppo di sei argentini, so che tutti qui daranno sempre il massimo, noi abbiamo più fame. Nello spogliatoio è bello bere il mate assieme, fare cose che ci sentono legate alla nostra nazione. Pereyra è uno che ci darà una grande mano, Nacho già lo conosciamo, Musso è uno dei migliori in A e adesso parlo anche molto con Molina, che può diventare grande. Come nella vita, anche nel calcio bisogna dare di più nei momenti di difficoltà: a Roma lo abbiamo fatto. Perciò sono orgoglioso di tutti, non voglio parlare solo degli argentini, siamo tutti bravi”.

Tu sei amatissimo qui e ti sei fatto apprezzare per il comportamento intelligente che hai dimostrato.: “Grazie. Uno deve essere intelligente. Io sono felice della fiducia che mi ha dato la società e dell’affetto che mi danno i tifosi. Se un giorno andrò via, non lo farò assolutamente facendo casino o polemiche. Credo che bisogna dare l’esempio da leader, e tale mi sento”.

Guardando foto della sua infanzia, De Paul ricorda: “Fin da piccolo sognavo la Nazionale. E’ stata dura, ma alla fine sono riuscito a diventare calciatore e aiutare la mia famiglia”.

Maradona? “Sono triste per la sua morte. L’Argentina non ha molta storia, siamo nati dagli spagnoli e dagli italiani che sono venuti nel nostro Paese e Maradona ci ha fatto conoscere in tutto il mondo quando non avevamo nulla. La sua scomparsa è stata dura per tutta l’Argentina, anche per come è successo. E’ l’orgoglio più grande che abbiamo”.

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